Mina torna in versiona Aliena: ecco il nuovo disco Maeba

Mina in versione aliena. La divina della canzone, dalla voce camaleontica come la sua immagine, non conosce tempo e alla vigilia dei settantotto anni (il prossimo 25 marzo)...

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Mina in versione aliena. La divina della canzone, dalla voce camaleontica come la sua immagine, non conosce tempo e alla vigilia dei settantotto anni (il prossimo 25 marzo) approda con il suo ultimo disco di inediti. Il titolo, Maeba, è un rebus. E il significato il figlio Massimiliano Pani non vuole svelarlo. «È un gioco. Un po' come se fosse un quiz», dice. Dodici tracce registrate nel suo studio di Lugano che abbracciano stili e autori tra i più diversi. Swing, rock progressive, l'immancabile approccio jazzistico, ballad classiche.

 
Un disco anticipato dal singolo "Volevo scriverti da tanto". Da qui le altre tracce scelte tra quelle che le sono arrivate. «Mina è il punto di riferimento di chi fa musica in Italia. La sua forza sta nel coraggio di scegliere - racconta Pani che il disco lo ha prodotto e ne ha curato i cori. Unico duetto quello con Paolo Conte. Una canzone in napoletano in cui i due dialogano attorno "'A minestrina", con un gioco di parole tutto ironico: "I t’aggi’ a di’ femmena femmena t’aggi’ a di’/ Femmena, femmena me fai murì/ D’ammore e comm’ ‘a luna sì dint’ ‘a nuttata mia/ E intanto che la minestrina cuoce".  Due canzoni "postume". Una firma Paolo Limiti, "Il mio amore disperato", e l'altra, "Al di là del fiume", Giorgio Calabrese che per Mina ha scritto una cinquantina di pezzi ("E se domani", "Chi dice non dà"). «La tracklist è coraggiosa e un po' pazza. Le scelte sono ardite e alcune sono "incantabili"». Tra queste, "Il tuo arredamento" con l'arrangiamento rock di Franco Serafini. Due le cover. “Last Christmas” di George Michael, arrangiata jazzy spogliandola di tutti gli "addobbi natalizi" e suonata in trio live in studio da Danilo Rea, Massimo Moriconi e Alfredo Golino, cantata in diretta da Mina con la slide guitar di Luca Meneghello, gli  archi di Gabriele Comeglio e i cori di Massimiliano Pani. E “Heartbreak Hotel” di Elvis Presley cantata nello stesso modo in cui Mina la eseguiva a quindici anni nelle balere italiane.


Insomma, sessant'anni di carriera e non sentirli. Una voce che è rimasta intatta, che salta da un'ottava a un'altra con una vocalità rara. «In parte non l'ha logorata facendo concerti, ma è innegabile che ha uno strumento voce naturale che è eccezionale. - risponde Pani -  Nessun esercizio particolare, nessuno studio. Lei arriva e canta così». Aliena e divina anche in questo.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero