Mimmo Rotella, grande mostra alla Gnam per celebrare i cento anni dalla nascita

L'allestimento alla Gnam
Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma apre la mostra “Mimmo Rotella Manifesto”. L’esposizione, a cura di Germano Celant con...

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Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma apre la mostra “Mimmo Rotella Manifesto”. L’esposizione, a cura di Germano Celant con Antonella Soldaini, con la collaborazione della Fondazione Mimmo Rotella e il Mimmo Rotella Institute di Milano, si propone come la più completa ricognizione scientifica sulla produzione di Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 – Milano, 2006) nell’anno del centesimo anniversario dalla sua nascita, avvenuta l'8 ottobre del 1918.

 

Il progetto di allestimento della mostra scaturisce dalla configurazione del Salone Centrale della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e interpreta lo spazio espositivo come una vasta ‘piazza’ interna circondata da pareti o facciate di edifici: “Tale interpretazione urbana ha sollecitato”, come afferma Celant, “un display che non fosse composto da frammenti, i quadri, con strutture espositive centrali, tipiche delle mostre tradizionali, in cui le opere sono presentate per temi e per momenti, in singoli territori parietali, stanze e sale, ma si integrasse con la piazza, entrandone a far parte. Al tempo stesso, la necessità di proporre un’antologia dove i lavori giungessero a fornire – con estrema ricchezza connessa alla qualità e alla diversità – un ampio spettro dell’estetica di Rotella, comporta una loro presenza numerosa. Mettendo insieme tutti questi elementi – l’aspetto urbano del luogo, la spinta a concretare una retrospettiva con un numero elevato di opere – e considerando il caratteristico linguaggio dell’artista focalizzato sul manifesto, è emersa la concezione di ‘tappezzare’ la piazza e i suoi edifici con sei grandi cartelloni o billboards, dal formato in media 3 x 10 metri circa, come se il pubblico si trovasse a camminare e a fruire dell’opera di Rotella in un contesto cittadino”.


Le opere selezionate, oltre centosessanta, vanno a comporre sei grandi insiemi-manifesto, ognuno incentrato su una delle tecniche principali che l’artista ha sperimentato e il cui punto di partenza è sempre la rielaborazione del poster pubblicitario. Durante il suo viaggio è giunto ad avvalersi del recto dei manifesti nei décollages degli anni Cinquanta e Sessanta; a sfruttarne l’aspetto astratto e materico nei retro d’affiches degli stessi anni; a ricorrere ai procedimenti fotomeccanici di produzione seriale nei riporti fotografici su tela emulsionata e negli artypos degli anni Sessanta e Settanta; a celarne il messaggio con una velina monocroma nei blanks dei primi anni Ottanta, prima di tornare al manifesto strappato con le sovrapitture dove l’artista interviene apponendo un potente segno pittorico e, negli anni Novanta e Duemila, con i décollages di dimensioni monumentali: “I lavori presenti nei sei insiemi-manifesto testimoniano”, come afferma Soldaini, “delle differenti tecniche adottate da Rotella negli anni. Si tratta di uno spostamento linguistico continuo che dimostra il forte gusto per la sperimentazione, tipico della personalità dell’artista. Osservando in maniera sincronica il suo excursus e potendo avere per la prima volta una panoramica totale del suo operato, si riesce a recepire la logica sottostante il fare di Rotella. Come una carrellata in slow motion la successione cronologica degli insiemi-manifesto permette di meglio comprendere le diverse fasi che l’artista ha attraversato durante la sua lunga carriera”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero