Mai come questa volta sara' una prima senza politica alla Scala. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non sarà a fare gli onori di casa dal palco Reale per...
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Non ci sara' il presidente del Senato Pietro Grasso, con la legge di stabilita' in discussione a palazzo Madama, ne' il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Ma il parterre sara' comunque ricco di di nomi importanti: l'ex re di Spagna Juan Carlos, l'ambasciatore del Giappone Kazuyoshi Umemoto, le stelle della danza Roberto Bolle e Carla Fracci, il direttore del Bolshoi Vladimir Urin, Sir Nicholas Kenyon, responsabile del Barbican, e Thomas Angyan, sovrintendente del Musikverein di Vienna. E ancora: Isabella Borromeo, Cristina Parodi con il marito primi cittadino di Bergamo Giorgio Gori, lo chef Carlo Cracco. A fare da padrone di casa, al suo debutto, ci sarà il sindaco di Milano Giuseppe Sala, nel palco reale decorato da Dolce e Gabbana con farfalle e fiori rosa, insieme al presidente della Regione Roberto Maroni e al prefetto Alessandro Marangoni. Con loro quattro abitanti delle zone terremotate dell'Italia centrale, invitati dal comune di Milano.
VERSIONE ASPRA E DRAMMATICA Grande attesa per l'opera che ha gia' ottenuto quindici minuti di applausi, un’ovazione per il direttore Riccardo Chailly, per l’orchestra e per il soprano Maria Josè Siri, protagonista del dramma di Giacomo Puccini. L’anteprima riservata ai giovani, andata in scena domenica, è stata un successo e questa sera sul palco della Scala torna l’esotica “Madama Butterfly”, scelta nella versione più antica e difficile per inaugurare la stagione scaligera 2016-2017, secondo i due massimi suoi interpreti: il maestro Riccardo Chailly e il regista Alvis Hermanis, con le principali voci protagoniste Maria José Siri (Cio-Cio-San), Brian Hymel (Pinkerton) e Carlos Alvarez (Sharpless). "E' la prima inaugurazione con un’opera di Puccini dopo trentatre' anni - spiega Chailly - dopo la Turandot del 1983. Dobbiamo tornare a sottolinearne il valore. E per me quest’anno e' anche doveroso portare la prima versione di Madama Butterfly scritta da Puccini, quella mai più rappresentata dopo la disastrosa serata del 16 febbraio 1904: una versione più aspra, più drammatica, più teatralmente eloquente". L’opera torna agli originari due atti, il primo di un’ora e il secondo di circa un’ora e mezza, "che nel 1904 e' stato un cambiamento epocale rispetto ai tre consueti due atti 'tutti d’un fiato', come voleva Puccini, scritti con concezione nuova in un dramma psicologicamente introspettivo". Il secondo atto punta sulla passionalità emotiva e la versione integrale originale acuisce la componente drammaturgica dello spettacolo. Ma non ci sono grandi differenze rispetto alla Butterfly che il pubblico ha imparato ad amare. Certo, manca l’aria di Pinkerton "Addio fiorito asil...", perché Puccini non l’aveva ancora composta e l’aggiunse alla versione in tre atti che, tre mesi dopo la prima, ebbe successo a Brescia. Il regista ha interpretato "una storia molto giapponese, nel trauma di un matrimonio con un occidentale. Vedrete - anticipa Hermanis - scene e costumi di una tradizione particolarmente ricca, immagini storiche di oltre un secolo fa".
AMORE E TRADIMENTO Ma oltre l'affascinazione dei fiori di pesco, dei ciliegi sbocciati, di rose, farfalle e impalpabili kimono in un ambiente tutto giapponese, l'opera di Puccini e' un dramma esistenziale tra la brutalità della vita e la fragilità dell’essere umano: "Tutti noi - dice Hermanis - siamo in qualche modo soli, fragili, con debolezze.
Il Messaggero