Milano, da Eataly un milione per il restauro de "L'ultima cena" di Leonardo

L'ultima cena di Leonardo da Vinci
Donare al capolavoro di Leonardo da Vinci, "L'ultima cena", cinquecento anni di vita in più ed aumentare il numero di visitatori che lo possono ammirare....

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Donare al capolavoro di Leonardo da Vinci, "L'ultima cena", cinquecento anni di vita in più ed aumentare il numero di visitatori che lo possono ammirare. È l'obiettivo del restauro ambientale del Cenacolo vinciano promosso dal ministero dei Beni culturali, a cui contribuisce anche Eataly come unico socio privato. Il progetto è stato presentato a Milano. L'Ultima cena, ultimata da Leonardo nel 1498, è un capolavoro fragile che ha subito diversi restauri nei secoli e ed è sopravvissuto ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Per via della tecnica con cui è stata dipinta, continua lentamente a degradarsi.


Oggi può essere visitata a Milano, nel refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie, da circa 1.300 persone al giorno, a causa delle polveri sottili che i turisti portano con sé. Il restauro permetterà di immettere ogni giorno circa 10 mila metri cubi di nuova aria pulita nel refettorio, contro i 3.500 attuali. La fine del restauro, già iniziato, è prevista entro il 2019, anno del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci. Il ministero dei Beni culturali per l'operazione ha stanziato 1 milione e 200 mila euro in tre anni, mentre l'investimento di Eataly è di «circa 1 milione di euro», come ha spiegato il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti. La cifra comprende il restauro e la comunicazione, «per portare sempre più turisti in Italia a visitare il capolavoro di Leonardo, attraverso una campagna di sensibilizzazione degli store Eataly nel mondo».


Questo restauro «avviene con risorse pubbliche e con un impegno del privato - ha commentato il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini -, segno che un passo avanti è stato fatto anche in settori dove in Italia siamo più indietro. È un segnale che va dato al Paese, spero che molti imitino Farinetti. Attraverso l'innovazione consentiremo a più viaggiatori di vedere la meraviglia del Cenacolo di Leonardo». «Credo sia giusto per un'azienda mettere a disposizione una parte dei propri ricavi per un progetto così. Lo facciamo non perché vogliamo vendere di più - ha concluso Oscar Farinetti -. Almeno per i prossimi 500 anni l'umanità non si perderà questa cena». Farinetti ha anche replicato, a margine della presentazione del progetto, alle critiche ricevute per aver deciso di sostenere il restauro: «sono critiche a cui non vale la pena di replicare - ha concluso - È giusto che un'azienda decida di fare queste cose come è anche giusto che qualche cliente possa preferire chi destina una parte del proprio valore aggiunto a questi progetti».
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Il Messaggero