Miguel Bosè, esce il nuovo album di inediti "Amo": «E' il più Bosé che abbia fatto da anni»

Miguel Bosè, esce il nuovo album di inediti "Amo": «E' il più Bosé che abbia fatto da anni»
A cinque anni da Cardio, Miguel Bosè torna con un nuovo lavoro di inediti, Amo (Warner), undici tracce pop dal retrogusto dance, accattivanti e genuine, più quattro brani...

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A cinque anni da Cardio, Miguel Bosè torna con un nuovo lavoro di inediti, Amo (Warner), undici tracce pop dal retrogusto dance, accattivanti e genuine, più quattro brani proposti anche in versione italiana. «Nel disco tratto gli argomenti più disparati.


Ogni brano ha una storia a sé.Respirar, per esempio, racconta della mia passione per la lettura. Sì se piede è una sorta di dance-protest in cui manifesto il malcontento per l'intollerabile situazione politica, economica e sociale, estremizzata da una classe dirigente inadeguata.





Mi indigna il disprezzo per la cultura manifestato da tutti i governi, nonché il disinteresse per il bene collettivo, dalla sanità al diritto al lavoro. E ancora, in I miss tour face ricordo mio padre, torero raffinato e coraggioso, uomo intelligente e sagace. Il testo l'ho scritto in collaborazione con due giovanissimi talenti di appena 17 e 19 anni», racconta l'artista in occasione della presentazione dell'album, organizzata ieri a Milano. «La title track,Amo, è un inno alla curiosità. Ho ricevuto un'educazione francese e poi ho studiato danza e teatro in Inghilterra. Ma ho sempre desiderato saperne di più della vita: sono insaziabile. Mi appassionano un po' tutte le materie, dalla biologia all'aritmetica, dalla cucina alla letteratura... », prosegue. «Ed è un istinto che avvertivo anche da piccolo. Ricordo che la sera, nonostante il divieto di mamma, mi nascondevo sotto le coperte con una torcia per continuare a leggere. I miei scrittori preferiti, allora, erano Jules Verne, Asimov e Tolkien». E poi ride, entusiasta.



Capelli lunghi fino alle spalle tirati indietro e raccolti in un codino, barba un po' selvaggia, sguardo intenso. Oggi Miguel Bosè, 59 anni il prossimo 3 aprile, non è più un'icona sexy, ma un artista versatile e un padre responsabile per i suoi quattro figli, le coppie di gemelli Diego e Tadeo e Ivo e Telmo, rispettivamente di 4 e 3 anni. «Non potrei immaginare di fare qualcosa che mi renda più felice di quanto lo sono ora. Adoro il mio lavoro, ma soprattutto adoro fare il papà. Mi emoziona seguire i miei bimbi giorno per giorno nella loro evoluzione e scoperta del mondo».

Così, per riuscire a conciliare gli impegni professionali con quelli famigliari, si è trasferito a vivere a Panama, insieme a mamma Lucia. «Volevo una base comoda per raggiungere il mio pubblico, che è numeroso soprattutto negli Stati Uniti e nel Centro-Sud America. Panama City, in questo senso, è perfetta: il clima è stabile, è più o meno equidistante dai principali aeroporti e ha pure il pregio di avere lo stesso fuso orario di New York. Vivere lì mi permette di stare più che posso con i miei figli e di non perdere l'opportunità di esibirmi in concerti». E non si è pentito: «Mia madre si trova benissimo, le piace fare la nonna e la quiete della città. Panama è la Svizzera del Sud America: pulita e molto tranquilla» aggiunge.



LA TOURNÈE

In tour dal 10 maggio, sarà impegnato sul palco per oltre un anno e mezzo. «Il progetto di organizzare alcune date in Italia c'è, però non abbiamo nessuna idea di quando lo realizzeremo. Ovviamente, dipenderà anche dal riscontro che otterrà Amo», specifica Bosè. Che, rispetto all'ipotesi di presentare l'album al Festival di Sanremo, dice: «La verità? Personalmente, mi sarebbe piaciuto tornare all'Ariston per lanciare il mio nuovo lavoro. Ma mi hanno spiegato che quest'anno la direzione artistica del Festival predilige le rock band. Io ribadisco la mia assoluta disponibilità, ma è improbabile».


Infine, uno sguardo alle elezioni in Spagna, il prossimo novembre. «Il governo in carica, totalmente incompetente, è responsabile di un vero disastro. Non solo non ha saputo gestire la crisi, ma ha anche privato i cittadini dei diritti civili acquisiti negli anni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero