Trent'anni di spettacolo, di teatro, di risate e imitazioni, di televisione, cinema e di radio. Max Giusti ha deciso di festeggiarli con un tour in giro per l'Italia....
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Trent'anni di carriera? Ma a che età ha cominciato?
«Giovanissimo, a 16 anni. Era la stagione 84-85 e iniziai a esibirmi al Fellini a Roma. A quei tempi era un po' come il Derby di Milano. Salivo sul palco tutti i giovedì, venerdì e sabato. Facevo uno spettacolo insieme ad altri quattro, cinque comici. Ognuno faceva venti minuti al massimo. E' stata una strepitosa palestra dalla quale sono venuti fuori alcuni dei più famosi comici e attori di oggi».
La svolta quando c'è stata?
«Direi all'inizio del Duemila. Riempivo le piazze d'esate, ero richiesto, e poi ebbe molta risonanza lo spettacolo il Grande Sfracello (parodia della prima edizione del Grande Fratello ndr): due mesi in scena al teatro Vascello. Da lì la prima televisione: a Cocktail d'amore l'imitazione di Cristiano Malgioglio che forse è stata la prima non politically correct. Un trampolino che mi ha lanciato a Quelli che il Calcio con Simona Ventura».
Ecco, Max Giusti è sicuramente un attore, un presentatore, un cantante ma soprattutto un eccellente imitatore. Qual è il personaggio che ha imitato con cui c'è stata più sintonia?
«Ho sempre cercato di stare lontano dai personaggi reali che imitavo. Perché poi ti condizionano. Qualche politico, ad esempio, ha provato a influenzarmi».
In che senso?
«C'è stato un ministro che mi disse che andava bene se lo imitavo alla trasmissione della Ventura, ma non voleva lo facessi anche nel talkshow di Santoro».
E come è andata a finire?
«Male. Per lui. L'ho fatta lo stesso».
Non ha risposto alla domanda: il personaggio che ha imitato più simpatico?
«Forse Malgioglio, ormai è come una zia a cui voglio bene. Anche con il presidente della Lazio Claudio Lotito ho un buon rapporto: è molto simpatico. La grande sorpresa è stato Francesco de Gregori: ne faccio un'imitazione durissima in radio a Supermax. Quando l'ho incontrato si è messo a ridere, mi ha detto che sono bravo e ricordava tutte le battute».
E a parte i politici, ci sono state altre imitazioni che le hanno creato problemi?
«Sì, Ligabue. Ma non per lui, ma i suoi fans più accaniti. Mi tartassavano di insulti».
Quindi per questo spettacolo evento riporterai sul palco tutti i tuoi personaggi, nessuno escluso?
«Ebbene sì. Da Al Bano a Lotito fino a Terence Hill-Don Matteo . Ma ci sarà anche il meglio dei miei monologhi su Roma, i primi amori, il rapporto con i genitori. E poi tante canzoni: accompagnato dalla SuperMax band e da Sarah Jane, canterò moltissimo. Con la mia voce ma anche con quella di Bono Vox, Baglioni e Renato Zero». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero