Mario Biondi, il soulman all'Auditorium con nuovi brani

Mario Biondi, il soulman all'Auditorium con nuovi brani
Il soul man di Catania, Mario Biondi, è in piena mobilitazione musicale. Un album appena uscito, che è un invito a rimboccarsi le maniche visto che il titolo Beyond in inglese...

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Il soul man di Catania, Mario Biondi, è in piena mobilitazione musicale. Un album appena uscito, che è un invito a rimboccarsi le maniche visto che il titolo Beyond in inglese sta per oltre, un tour che, come al solito, lo porta in giro non solo in Italia ma anche all'estero, compreso il Giappone (paese di ascoltatori onnivori). Intanto stasera Biondi è all'Auditorium con la sua band e la sua scorta di canzoni che ormai sono un songbook stabilizzato, più qualche corposo assaggio dell'album appena pubblicato, così ci racconta appena sbarcato a Roma, durante una visita al Messaggero.








«Nella mia vita ho sempre fatto molti live, anche quando cantavo nei locali e non sognavo neppure di diventare un cantante famoso», ci dice, pensando al grande B.B. King appena scomparso che nel '56 fece un record di 340 date in un anno.



Nel concerto di stasera Mario canterà sette canzoni nuove, «inserite - ci anticipa - nella parte finale del concerto». Un modo per non turbare le attese del pubblico anche se il nuovo materiale ha già avuto un gran bel riscontro nelle vendite. «Sono canzoni che tengono insieme - spiega - il mio linguaggio con alcuni inserimenti nuovi». Ecco così una divagazione reggae, un accenno di tango, una ricetta un po' rock: «Sono pezzi solidi che testo a lungo a casa, con i miei figli che fanno da primo severo pubblico. Così, quando arrivo alla prova live, sono già preparato».



Le tredici canzoni, che vantano un bel po' di collaborazioni (da Dee Dee Bridgewater, ai DapKings di Sharon Jones, al tedesco Jeff Cascaro, all'olandese Alain Clark, a Bluey degli Incognito) sono nuovamente tutte in inglese: «E' una lingua musicale che mi ha permesso di avere più facilità nel farmi apprezzare all'estero. Ho già fatto test in italiano, duettando con colleghi come Pino Daniele e incidendo le canzoni di Carlo Alberto Rossi, ma per ora non mi sembra il caso di cambiare strada. Un giorno chissà». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero