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«Il Maggio Musicale Fiorentino è nato, nel 2033 saranno cento anni, con un’intuizione pionieristica: un festival che accanto alla tradizione portasse la modernità, il dialogo con gli altri linguaggi artistici e l’allargamento a tutta la città, i Giardini di Boboli, i palazzi storici, le altre istituzioni culturali. Ed è quella la strada, già tracciata, e poi replicata da molti altri festival europei, che continueremo a percorrere». Carlo Fuortes, nuovo sovrintendente della Fondazione, anticipa il suo progetto («un’istituzione così prestigiosa richiede una visione pluriennale, anche per intercettare di nuovo i flussi turistici internazionali»), presentando insieme con il sindaco di Firenze e presidente della Fondazione del Maggio Dario Nardella, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il direttore principale Daniele Gatti e il direttore emerito Zubin Mehta, la nuova edizione del festival. Annunciando anche l’arrivo di tre nuove opere, nel corso dell’anno. E si parla del Barbiere di Siviglia del regista Damiano Michieletto.
L’INAUGURAZIONE CON SANGIULIANO
Torna il tappeto rosso: inaugurazione domani, sabato 13, alla presenza del ministro Gennaro Sangiuliano (è la sua prima volta al Maggio) con un concerto sinfonico.
LE OPERE
Quindi due mesi di calendario (il programma era stato predisposto dall’ex commissario Cutaia) fino al 13 giugno. Tre opere liriche: Turandot (che insieme con Tosca è stata programmata per il centenario dalla morte di Puccini) dal 21 aprile nell’allestimento “storico” di Zhang Yimou con la direzione di Zubin Mehta; Tosca, dal 24 maggio, con la direzione di Daniele Gatti e la regia “cinematografica” di Massimo Popolizio che spiega: «Affrontare l’ennesima Tosca spinge a riflettere non tanto su quello che si deve fare, ma su quello che non va proprio fatto. La mia lettura si ispira al film “Il conformista” di Bertolucci, ambientato durante il Ventennio. E tutto sarà esasperato, potere, sesso, spiritualità, violenza». Ultimo titolo, Jeanne Dark, nuova opera commissionata a Fabio Vacchi: «Una singolare Giovanna d’Arco», spiega il compositore, «ispirata a “La pulzella d’Orléans” di Voltaire. Satira feroce e scurrile che si scaglia contro l’ipocrisia e la prepotenza del potere di tutte le religioni. Abbiamo “censurato” la scena dello stupro nel convento di monache. Resta però l’attrazione che Giovanna prova per un asino alato».
CINQUE CONCERTI
Cinque i concerti sinfonici: sul podio Gatti (oltre a domani anche il 5 maggio e il 7 giugno), Mehta (protagonista del gran finale il 13 giugno con il Concerto n.2 in fa minore per pianoforte e orchestra op.21 di Chopin con il pianista Alexander Gadjiev), Chung (25 maggio) alla guida dell’orchestra del Maggio e Muti coi Wiener Philharmoniker (12 maggio).
ROBERTO BOLLE
E una sorpresa: i due teatri, la cavea, la piazza, i saloni, i palchi saranno protagonisti del nuovo programma televisivo, “Viva la Danza”, di Roberto Bolle, appena girato al Maggio e in onda in prima serata su RaiUno il 29 aprile. «Roberto Bolle è anche un amico» ha spiegato il sovrintendente, «e stiamo già immaginando collaborazioni future. Ma intanto, lo spettacolo televisivo sarà una grande rappresentazione di tutto quello che si può fare qui dentro perché tutti gli spazi sono stati ripresi con i danzatori, quindi credo che sarà un modo per far conoscere questa straordinaria macchina teatrale a tutti gli italiani. Una casa aperta a tutti e a tutte le collaborazioni che negli anni saranno potenziate».
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