Madri bambine e suore: “Maternal” di Delpero si aggiudica 4 premi e trionfa a Locarno

Il film Maternal di Maura Delpero
Accolto con grande calore dalla critica italiana e internazionale, e salutato da un successo di pubblico cresciuto di proiezione in proiezione, fino a quella aggiuntiva resa...

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Accolto con grande calore dalla critica italiana e internazionale, e salutato da un successo di pubblico cresciuto di proiezione in proiezione, fino a quella aggiuntiva resa necessaria dal sold out delle repliche, Maternal di Maura Delpero, una produzione dispàrte e Vivo film con Rai Cinema, in coproduzione con Campo Cine, ha convinto anche le giurie del 72. Festival di Locarno.


Sono infatti quattro i riconoscimenti ottenuti dal film, la Menzione speciale della giuria del Concorso internazionale, il premio Europa Cinemas Label, il premio della Giuria ecumenica e il secondo premio della Giuria dei Giovani. L'Hogar, un centro religioso italo-argentino per ragazze madri, è un luogo paradossale in cui la maternità precoce di giovani madri adolescenti convive con il voto di castità delle suore che le hanno accolte, tra regole rigide e amore cristiano. Suor Paola è una giovane suora appena arrivata a Buenos Aires dall'Italia per finire il noviziato e prendere i voti perpetui. 

Lu e Fati, entrambe diciassettenni, sono bambine bruscamente trasformate in madri. Tre donne diverse che influenzeranno reciprocamente le proprie vite e il proprio rapporto con la maternità. «Per tanto tempo ho lavorato a Buenos Aires in un istituto religioso italiano per madri adolescenti - ha raccontato la regista -Non mi sono fermata sulla soglia a spiare dai corridoi, sono entrata nelle loro stanze, le ho ascoltate e osservate, ho condiviso le loro inquietudini, ci siamo conosciute. Mi è stato possibile, e forse necessario, perché in
Maternal c'è tanto di me, del mio presente e del mio passato».

«L'odore d'incenso della bambina cattolica, le amicizie e gli amori dell'adolescente assetata di passioni, il senso di maternità della donna - ha ricordato ancora - Sono diventata per loro una figura familiare, empatica e insieme invisibile. Da questa posizione interna, personale ed emotiva ho iniziato a scrivere un film sulla loro singolare storia di giovani donne». 

 «Quando mi sono avvicinata di più al mondo delle religiose che le seguono, ho sentito che stavo vivendo un'esperienza complessa e unica - ha confessato Maura Delpero- La maternità adolescente non era l'unico paradosso con cui mi stavo confrontando. Una sedicenne incinta impressiona lo sguardo. Un viso di bambina che allatta porta con sé una contraddizione commovente».


«Ciò nonostante, è stata l'immagine epifanica di una giovane suora che cullava uno dei loro figli che ha messo in moto il film - ha raccontato la regista italiana- In quel momento ho realizzato tutta la potenza del cortocircuito emotivo di un mondo femminile chiuso, paradossale e affascinante in cui la maternità precoce delle ragazze convive con quella assente delle religiose. La scrittura ha seguito il desiderio di evocare la complessità e le contraddizioni di questo universo singolare»
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Il Messaggero