Macbeth, Fassbender e Cotillard pazzi e sanguinari in un film che guarda ai reduci di guerra

Macbeth, Fassbender e Cotillard pazzi e sanguinari in un film che guarda ai reduci di guerra
Il “dramma scozzese” di Shakespeare, già portato tante volte sullo schermo (da Welles, da Polanski, da Kurosawa sia pure in chiave nipponica con Il trono di sangue), nella...

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Il “dramma scozzese” di Shakespeare, già portato tante volte sullo schermo (da Welles, da Polanski, da Kurosawa sia pure in chiave nipponica con Il trono di sangue), nella versione aspra e spettacolare di un giovane regista australiano che lima e comprime il testo senza rinunciare ai versi e alle battute più celebri. Macbeth è Michael Fassbender, Lady Macbeth è Marion Cotillard, mentre Banquo ha il volto di Paddy Considine e David Thewlis è il re Duncan, il nobile e giusto monarca che srà il primo a essere ucciso nel suo letto. Girato in Scozia, in inverno, con grande attenzione ai paesaggi e un grande uso di filtri rossi, il film di Kurzel privilegia le battaglie, i corpo a corpo, la ferocia barbarica delle uccisioni.


Ma esplora anche la follia che si impadronisce del protagonista in lunghe scene allucinate (su tutte l’apparizione di Banquo naturalmente), come se Macbeth fosse il progenitore di tutti i reduci di guerra impazziti sui campi di battaglia e destinati a replicare all’infinito gli orrori di cui sono stati protagonisti. Bella idea che però non basta a dare le ali a un film suggestivo e pieno di energia (notevoli anche le apparizioni delle tre streghe, giovani e belle, a cui si aggiunge una bambina) ma alla lunga ripetitivo e confuso. Più operazione autopromozionale che rilettura profonda e motivata di un grande classico. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero