Il “dramma scozzese” di Shakespeare, già portato tante volte sullo schermo (da Welles, da Polanski, da Kurosawa sia pure in chiave nipponica con Il trono di sangue), nella...
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Ma esplora anche la follia che si impadronisce del protagonista in lunghe scene allucinate (su tutte l’apparizione di Banquo naturalmente), come se Macbeth fosse il progenitore di tutti i reduci di guerra impazziti sui campi di battaglia e destinati a replicare all’infinito gli orrori di cui sono stati protagonisti. Bella idea che però non basta a dare le ali a un film suggestivo e pieno di energia (notevoli anche le apparizioni delle tre streghe, giovani e belle, a cui si aggiunge una bambina) ma alla lunga ripetitivo e confuso. Più operazione autopromozionale che rilettura profonda e motivata di un grande classico. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero