Ludwig, il dj che piace a Totti (e ai bambini): «Gli hater? Li ringrazio di esistere»

Difficile non aver mai sentito sui canali social o in radio “Curioso” oppure “Domani ci passa”, soprattutto se si è romani e si ha un minimo di...

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Difficile non aver mai sentito sui canali social o in radio “Curioso” oppure “Domani ci passa”, soprattutto se si è romani e si ha un minimo di dimestichezza con la nightlife. In realtà, Dj Ludwig piace ad un pubblico trasversale, molto difficile da analizzare: perché oltre ad orde di ragazzi e ragazze under 20 (la leggenda narra di assedi pressoché quotidiani da parte dei fan all'ufficio del suo manager, nella speranza di strappargli un selfie) ci sono persino i bambini. «Più di una volta mi hanno aggiunto su Instagram genitori di bambini di 3 anni», racconta Ludwig, a pochi giorni dalla sua nuova data all'Atlantico. E rivela che, al di là dell'immagine a volte strafottente che traspare dai suoi post, c'è anche una testa pensante: «Se ti seguono i bambini, non puoi dire o fare certe cose».




Una caratteristica di questo dj-cantante che ha sfornato canzoni amate anche da Francesco Totti (in realtà da tutta la Totti-family), è che, anche in tempi di crisi, riesce a riempire un locale con svariati giorni di anticipo. Dieci, nel caso di questo appuntamento all'Eur. «Avrò molti ospiti speciali all'Atlantico, anche nomi importanti, ma non li annuncio mai in anticipo, come fanno altri, per vendere più biglietti – racconta – Preferisco prima fare il sold out e poi dire cosa si perdono quelli che non verranno. Così c'è più gusto». E' la strategia di chi sa di andare a colpo sicuro. Originario di Roma Nord, una icona social per tutti («Non tifo Roma Nord o Roma Sud, tifo Roma», risponde secco), racconta che questa sarà la sua ultima data del tour: «Dopo partirò per Miami e chissà». Sicuramente non starà fermo, anche perché l'estate in fondo è più vicina di quanto si pensi, e Ludwig è abituato a girare le consolle come una star, ormai. «Sono statof ortunato: dei miei amici hanno creduto nel mio progetto e mi hanno sostenuto e loro stessi ne fanno ancora parte. Squadra che vince non si cambia», racconta. «Come nascono i miei tormentoni? Non ci penso – risponde – Parlo della mia vita, di quello che faccio durante la notte, con i miei amici, cito le frasi che dico nei miei gruppi Whatsapp». Sui social è molto attivo – e non potrebbe essere altrimenti – e riesce a gestire con un sorriso persino i suoi hater: «Li ringrazio tutti i giorni: fanno parte del successo di un artista. Mi seguono, aumentano le mie interazioni, a volte addirittura mettono like».


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Il Messaggero