Quando hai 19 anni e ti ritrovi a vincere XFactor, può capitare che ti renda conto di essere arrivato lì senza una vera gavetta. E allora devi fermarti e riflettere...
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«Ho voluto fare un lavoro su me stesso – spiega ospite di MessaggeroTv– Sono stato catapultato in tv e nella musica e mi sono dovuto prendere del tempo per crescere». Lorenzo ha voluto mettersi alla prova, occupandosi della scrittura ma anche della scelta di ogni aspetto sonoro, fino alla finalizzazione del lavoro (calandosi anche nelle vesti di produttore), di un album uscito il 27 aprile per Sony Music e anticipato dal singolo omonimo, oltre che da “Battaglia Navale”. Il disco contiene la collaborazione di Gazzelle, per “SuperMartina”, candidato a diventare tormentone estivo e quella di Mecna & Mace, che raccontano punti di vista diversi sull'amicizia all'interno di “Cemento”. «In questi anni ho ripensato anche alle mie scelte passate – ammette Fragola – Una cosa che non rifarei? Forse tornare a Sanremo con un certo tipo di brano: ma avevo troppa fretta di fare cose». «Lavorare su 'Bengalà - spiega Lorenzo - è stato a tutti gli effetti un lungo percorso alla ricerca di me stesso, durante il quale ho scoperto tanti nuovi amici, ne ho persi altri, ho rischiato, ho sbagliato, mi sono sempre messo alla prova e alla fine ho ricevuto tanto amore, che sicuramente ha portato a una mia crescita…in tutti i sensi».
«Bengala è il razzo di segnalazione per il soccorso in mare - sottolinea Lorenzo - Ho scelto di chiamare così quest'album per segnalare una posizione, che spero possa essere chiara e visibile a tutti dopo l'ascolto. Bengala indica un punto, non un arrivo. Il punto di un lavoro che proseguirà ancora in questo viaggio con la musica che ho la fortuna di poter fare ogni giorno». Anticipato dal singolo 'Battaglia Navalè, questo nuovo lavoro contiene 10 brani inediti, «fotografie di un percorso intenso, vero, talvolta crudo, intrapreso per cercare una nuova direzione, non solo artistica». Registrato tra Amsterdam, Catania, Roma, Milano e Como («un vero viaggio anche in questo senso», dice Lorenzo), 'Bengalà è lo specchio di come è oggi l'artista catanese, trapiantato a Milano.
Quanto alla paura di aprirsi "troppo", spiega: «All'inizio c'era, è vero. C'è stata una fase in cui non sapevo che direzione prendere. Questo album racconta il percorso per le mie difficoltà e limiti che ho voluto attraversare. Ora voglio capire cosa arriva alle persone con i miei brani». E come molti artisti, anche Lorenzo trova spesso a sentirsi solo: «Sono arrivato ad abbracciare la solitdune, quella artistica, non personale. In Bengala ho dovuto confrontarmi con i miei demoni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero