Trentuno anni, e dimostrarli tutti. Un’intesa a trecentosessanta gradi, la loro, che sconfina fuori dal palco e lontano dai microfoni. Lillo e Greg sono ormai una coppia di...
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«Abbiamo la fortuna di avere gli stessi gusti – dicono, ospiti di MessaggeroTv – e sarà anche per questo che non litighiamo mai. Non succede quasi mai che qualcuno ami in maniera esagerata una cosa, lavorativamente parlando, e che l’altro la odi». Tra gli ultimi “amori” condivisi, quello per “L’uomo che non capiva troppo (reloaded)”, un gioiellino in scena fino al 23 dicembre al teatro Olimpico che sta macinando sold out a ripetizione. Tra gag, dialoghi surreali, personaggi borderline (come la drag queen che vuole conquistare il mondo, la Gran Lodana magistralmente interpretata da Greg), uno spettacolo che sfrutta anche la potenza di scenografie molto cinematografiche. Una messa in scena che ha già fatto registrare 20mila presenze (dopo le 15mila di Carrara, Torino, Bologna e Verona). «Credo che il successo di questo spettacolo sia dipeso dal passaparola, che è stato immediato – dicono i comici - Ma anche la formula che funziona: nell'aria c'è voglia di cose originali, non solo a teatro. Si stanno ripetendo troppe cose nel mondo dello spettacolo e questo rappresenta qualcosa di nuovo».
Nelle otto pagine di curriculum caricate sul loro sito hanno un solo “neo”, un’esperienza che cancellerebbero: “I David di Donatello: eravamo fuori posto. Avremmo voluto fare uno show, ci avevano dato carta bianca e, invece, ci siamo ritrovati a fare conduttori”. Se dovessero indicare una coppia comica del passato a cui si ispirano non avrebbero dubbi: «Stanlio e Olio». Anche se un pensiero va anche a Cochi e Renato e a Vianello e Tognazzi. Progetti futuri? «Vogliamo continuare a girare l’Italia con questo spettacolo – dicono – portarlo nei grandi teatri». Se c’è qualcosa a cui non rinuncerebbero? «La musica», risponde sicuro Greg, mentre Lillo non abbandonerebbe mai la recitazione. «E ovviamente la radio, che ormai è la nostra missione quotidiana». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero