Nei sopralluoghi per girare a Palermo, c'è stato anche qualcuno che ha quasi insultato lo staff per la scelta di un film su Libero Grassi attaccando la figura...
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«Una coppia ci ha aspettato fuori da Modello e poi ce ne ha dette di tutti i colori - ha detto riferendosi ad un quartiere del capoluogo siciliano - ma è l'unico fastidio che abbiamo avuto». Libero Grassi è il primo libero sognatore (così si chiama la serie) di 4 storie di cui sono protagonisti persone che sono morte per il loro impegno o adempiendo al loro dovere. Come Emanuela Loi, la poliziotta 24/enne dilaniata dall'esplosione per l'attentato al giudice Paolo Borsellino il 19 luglio del 1992.
«Quando interpretai Borsellino ero terrorizzato, poi leggendo una sua frase sulla paura mi ci son buttato - ha raccontato - In questo lavoro su Grassi sono stato molto più sereno, penso sia stato una persona di una lucidità incredibile, un eroe con un grande coraggio che io non avrei mai avuto al suo posto, io il pizzo lo avrei pagato subito, addirittura in anticipo, ma io faccio l'attore». “A testa alta” è stato girato nei luoghi dove l'imprenditore viveva e frequentava. Per le riprese in casa è stata utilizzata la vera abitazione dei Grassi, messa a disposizione dalla moglie Pina (morta un paio di anni fa e alla quale il film è dedicato) e riallestita nell'arredamento di allora dai figli Alice e Davide, che stanno portando avanti l'attività imprenditoriale del padre.
Pina è interpretata dall'attrice Michela Cescon, mentre Diane Fleri è Alice («Ci siamo sentite spessissimo in questi mesi - ha detto - appena mi ha ha visto ha detto che mi somigliava molto alla mia età»). Nel film emerge un Libero Grassi deciso anche se spaventato e preoccupato quando teme di restare isolato dopo le sue denunce. Ma che crede anche nel valore della comunicazione e per questo accetta di andare alla trasmissione di Michele Santoro “Samarcanda”, la cui puntata viene riproposta nella fiction con l'unica differenza che c'è Tirabassi al posto dell'imprenditore. «Questo progetto si inserisce nel nostro lungo curriculum di impegno civile, da sempre vogliamo raccontare storie esemplari - ha detto il produttore Pietro Valsecchi - Il nostro obiettivo è portare questi film anche nelle scuole».
«Mandare sullo schermo storie come queste è un compito che dobbiamo avere come editori - ha aggiunto il direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri - Un compito che per noi ha un particolare significato perché abbiamo un pubblico più giovane, al quale raccontare storie che non devono essere dimenticate». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero