Le "Notti magiche" di Virzì e la magia dei Mondiali di calcio

«È una stagione che ha suscitato emozioni indelebili: nostalgia, sogni e incubi, che sia autobiografico è...

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«È una stagione che ha suscitato emozioni indelebili: nostalgia, sogni e incubi, che sia

autobiografico è spontaneo pensarlo, ma si fa un pò sempre. Ci sono pezzetti della nostra vita e ricordi, ma allo stesso tempo è un disegno narrativo, romanzesco: un grande affresco, nella cornice narrativa del giallo». Parola di Paolo Virzì, che porta alla Festa del Cinema di Roma e dall'8 novembre in sala "Notti magiche". Torniamo
a Italia '90, alle notti magiche dei Mondiali di calcio: la Nazionale viene buttata fuori ai rigori dall'Argentina in semifinale, mentre un celebre produttore cinematografico, Leandro Saponaro (Giancarlo Giannini), viene ripescato morto dal Tevere.
 

I principali sospettati sono tre giovanissimi sceneggiatori, finalisti al premio Solinas: l'intellettuale siciliano Antonino Scordia (Mauro Lamantia), il toscano incontenibile Luciano Ambrogi (Giovanni Toscano), la problematica e ricca Eugenia Malaspina (Irene Vetere). Entreranno in contatto con i grandi del cinema italiano, che Virzì e i co-sceneggiatori Francesco Piccolo e Francesca Archibugi guardano da lontano oppure dissimulano dietro altri nomi e cognomi, da Fulvio Zappellini, alias Furio Scarpelli (Roberto Herlitzka), al maestro
Pontani, ovvero Antonioni (Ferruccio Soleri).

Nel cast corale anche Marina Rocco, Paolo Sassanelli, Andrea Roncato, Paolo Bonacelli, Ludovica Modugno e Ornella Muti, Notti magiche inquadra «illusioni e poi disillusioni di chi si accostava alla corte dei grandi maestri, all'epoca potenti: c'è - dice Virzì - il batticuore di me 20enne, ma con uno spirito doppio, controverso. C'è
adesione e omaggio, burla e canzonatura, il desiderio di liberarsi da quell'eredità ingombrante, ma anche lo sguardo umoristico sulla vita e la realtà proprio di quei maestri: fu per me un privilegio entrare in
quella corte, tra uffici di produzione e trattorie, stanchezza e disincanto, mille trappole e raggiri». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero