Roma, Le città invisibili di Italo Calvino: viaggio sulle orme di Marco Polo con la regia di Ivan Vincenzo Cozzi

Foto di Chiara Pasqualini
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Dopo il “tutto esaurito” per l’anteprima al teatro di Villa Torlonia, Le città invisibili di Italo Calvino, diretto da Ivan Vincenzo Cozzi, debutta sulla scena del Teatro Sala Uno martedì 11 ottobre. Un viaggio fantastico tra sogno e realtà, sulle orme di Marco Polo, al cospetto dell’imperatore tartaro Kublai Kan, alla scoperta di quei luoghi, reali ed immaginari, che compongono il grande regno del sovrano: 15 città, delle 55 che compongono il romanzo, e 10 appartenenze, mantenendosi fedeli al testo. Tappe scandite dalle musiche originali composte da Tito Rinesi, che attraverso un attento lavoro di ricerca sul testo, trasformano parole e oggetti, in suoni e sonorità evocative: rumori di mercato e di carovane, cori classici e armonie contemporanee introducono e sostengono le città o i dialoghi fra Marco Polo e il Kan, chitarre di fado s’abbracciano ad accenni hip hop; ad ogni inizio un segnale (il richiamo del Muezzin alla preghiera, il canto armonico dei monaci gyuto tibetani…) provoca sospensione, mentre attorno prende forma qualcosa di nuovo, perché forse è vero, come dice il Kan (Alessandro Vantini) che “ogni città altro non è che la descrizione di una sola, unica città. Quella perfetta”.


E il viaggio che l’autore ci propone è allo stesso modo fisico, attraverso le nostre terre e i nostri mari, intrapreso da esseri umani alla ricerca di una nuova pace e di nuove risposte; e interiore, che ci offre il senso del provare e del non arrendersi di fronte alle difficoltà o agli orrori. Ogni città rappresenta qualcosa di noi: sogni, vizi, dolori, immaginario, felicità, paura. Ognuna è l'inizio ed anche la fine. E se ognuna delle città immaginate da Calvino nel romanzo del 1972, aveva nomi di donna, il regista affida proprie a tre donne il ruolo del mitico esploratore: tre viaggiatrici del tempo, dello spazio; dei sogni e della contemporaneità, in un mondo dove si vorrebbe far prevalere il ruolo femminile della “sciamana”, maga e curatrice, generosa come la terra che accoglie ognuno di questi luoghi nati e trasformati dall’opera e dai desideri dell’uomo: talvolta incantevoli, affascinanti; altre invivibili e labirintiche; scenari antichi e futuribili, o piuttosto contemporanei, dalle palafitte di Zenobia o i mercati di Eufemia, ai grattacieli di Despina o ai “mondezzai” che circondano Leonia. Accompagnato dalle tre viaggiatrici, interpretate da Alessandra Aulicino, Lidia Miceli e Brunella Petrini, lo spettatore viene condotto in un viaggio che è anche un percorso nella sua immaginazione, nel ricordo di attimi vissuti o nella cattura di corrispondenze con la vita quotidiana. Amara o splendente che sia, non può sottrarsi.

Le città invisibili, di Italo Calvino, regia di Ivan Vincenzo Cozzi, con Alessandro Vantini, Brunella Petrini, Alessandra Aulicino, Lidia Miceli. Musiche originali di Tito Rinesi. Scenografie : Cristiano Cascelli. Costumi per gentile concessione di Marina Sciarelli. Consulenza Costumi: Marco Berrettoni Carrara. Tecnico luci/fonica: Nino Mallia - Organizzazione: Isabella Moroni


Teatro Sala Uno, Piazza di Porta San Giovanni, 10 – Roma
Tel. 0686606211 – info@salaunoteatro.com Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero