“Che fai... Li cacci?”: l'egocrazia di capi e dissidenti nell'era dei social network raccontata da Alberto Di Majo

“Che fai... Li cacci?”: l'egocrazia di capi e dissidenti nell'era dei social network raccontata da Alberto Di Majo
Dissidenti e uomini soli al comando sono due facce della stessa medaglia. Insieme disegnano quella che Alberto Di Majo definisce “egocrazia”. In “Che fai... li cacci?”...

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Dissidenti e uomini soli al comando sono due facce della stessa medaglia. Insieme disegnano quella che Alberto Di Majo definisce “egocrazia”. In “Che fai... li cacci?” (128 pagine, 13 euro), pubblicato da Imprimatur, il giornalista del quotidiano Il Tempo descrive uno scenario in cui i partiti non riescono più a mediare tra le diverse posizioni al loro interno, finendo per seguire la logica inaugurata con l'indimenticabile scontro tra Fini e Berlusconi. Colpa anche dei nuovi mezzi di comunicazione, innanzitutto dei social network (Facebook e Twitter), che hanno gonfiato il narcisismo e incentivato l’individualismo.




Il giornalista dialoga con politici della Prima e della Seconda Repubblica, con psichiatri, sociologi e filosofi, e dedica l’ultima parte del libro alla democrazia. “È ancora una volta in pericolo”, secondo il presidente emerito della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre, con cui Di Majo ha un lungo colloquio. Il giornalista fa anche un interessante viaggio tra i dissidenti: da Gianfranco Fini a Denis Verdini, passando per Raffaele Fitto, Giuseppe Civati, Nunzia De Girolamo e gli ex grillini (Giovanni Favia, Federica Salsi e Luis Alberto Orellana). Ognuno racconta i retroscena dei loro “strappi” o “epurazioni”. Invece Paolo Cirino Pomicino, Rino Formica, Achille Occhetto, Massimiliano Cencelli e altri ricostruiscono la decadenza dei partiti e degli esponenti politici.



In “Che fai...li cacci?”, l’autore e lo psichiatra Narciso Mostarda descrivono l’“egocrazia” e si chiedono se la politica non sia diventata una “ludopatia”, mentre il filosofo-blogger Carlo Scognamiglio si sofferma sulle parole dei dissidenti e su come i social media hanno cambiato la comunicazione politica. Capi e dissidenti. “Quella che sembrerebbe una contrapposizione - avverte Di Majo - in realtà è un’alleanza. Uomini forti al comando e ribelli all’opposizione, apparentemente agli antipodi, si sostengono a vicenda e disegnano lo stesso campo, ormai impraticabile. Tra i due fronti lo spazio per la prassi democratica è sempre più angusto”. Ma, continua ancora il giornalista, “sarebbe sbagliato dare giudizi assoluti: leader osannati o dissidenti, ognuno ha una storia da raccontare”. E da leggere.



La prefazione, firmata da Luigi Bisignani, ripercorre la politica di questi ultimi vent’anni e sottolinea: “Davanti a questo nuovo sistema di esperti del web, di blogger e di social network, la "povera" classe politica perde la sua funzione essenziale: guidare i cittadini verso la crescita. E allora vive nell’opportunismo politico e personalistico, sfociando in quel trasformismo che Di Majo espone così bene facendoci rivivere episodi e raccogliendo testimonianze, con il piglio del cronista e con l’occhio dello storico”.



Alberto Di Majo “Che fai… Li cacci?” (Imprimatur, 128 pagg., 13 euro) Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero