Il grande pubblico lo conosce per essere stato Charles in Quattro matrimoni e un funerale, William in Notting Hill, Daniel ne Il diario di Bridget Jones: è Hugh Grant, uno...
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Parole forti, che sono subito rimbalzate in rete facendo il giro del mondo. Alla soglia dei 56 anni, dopo una carriera ultratrentennale ricca di successi e premi, Grant si concede una riflessione su quanto il denaro abbia influenzato le sue scelte, diventando quasi una forza trainante: «Mi hanno sempre cercato persone ricche, persone con i soldi, molto più che registi importanti. È così che misuro il successo, e se avessi una qualsiasi unità di misura, qualsiasi metrica, questa sarebbe l’incasso che ha fatto un film. Non sono mai stato in tutto quell’altro mondo del cinema che ha a che fare con i premi» confessa l’attore londinese.
Oggi guarda al suo percorso artistico con un certo distacco, come se si fosse quasi ritirato dal cinema, o stesse per farlo: «Mi sono interessato ad altre cose, soprattutto alla politica inglese, ci ho pensato tanto, ora posso dire di aver messo lo show business alle mie spalle». Curioso per uno che è diventato attore un po’ per caso: voleva conseguire un dottorato in storia dell’arte ma venne avvicinato da un agente quando la recitazione era per lui solo una passione, un passatempo: «All’epoca pensavo, e in realtà avrei potuto farlo, di recitare per un anno o due al massimo e poi dedicarmi al dottorato. E così dissi a quell’agente. Ma l’anno è diventato 35 anni, soprattutto perché in quei primi lavori ero molto peggio di quanto pensassi di esser capace. Per questo ho pensato: Voglio fare solo un altro film per dimostrare ai miei amici e alla mia famiglia che non sono così male. È solo questo che mi ha spinto a proseguire in 35 anni di carriera».
Florence Foster Jenkins, in cui Grant interpreta il marito affettuoso e infedele della protagonista Meryl Streep - che veste i panni della cantante d’opera peggiore della storia - è stato distribuito nelle sale cinematografiche inglesi a maggio e uscirà in Italia a dicembre. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero