L'oro e le donne di Klimt nella nuova mostra "immersiva"

Dopo aver fatto sognare grandi e piccoli, appassionati d’arte e curiosi con le fantasmagoriche video-installazioni dei suoi Digital Art Center, primo fra tutti...

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Dopo aver fatto sognare grandi e piccoli, appassionati d’arte e curiosi con le fantasmagoriche video-installazioni dei suoi Digital Art Center, primo fra tutti “L’Atelier des Lumières” di Parigi, Culturespaces, in collaborazione con IMG (società leader negli eventi) apre a New York “Hall des Lumières” che inaugurerà quest’estate con la mostra "Gustav Klimt: Gold in Motion".

L’azienda francese, fondata da Bruno Monnier, e primo operatore privato nella gestione di monumenti, musei e centri d'arte, promette un’esperienza davvero indimenticabile, tanto da replicare, e forse superare, i successi precedenti. Se con la mostra parigina, ad esempio, il pubblico veniva trasportato nell’universo di Van Gogh, questa volta l’immersive-exhibition lo avvolgerà con le abbaglianti ed erotiche opere del famoso simbolista. Come suggerisce il titolo, l’oro sarà il leitmotiv della mostra, ideata dal creative director Gianfranco Iannuzzi, mentre la parte del protagonista sarà affidata al celebre quadro “Il bacio” che verrà proiettato al centro della location.

Il complesso sistema di video mapping inventato dalla compagnia circonderà completamente gli spettatori e sarà accompagnato da una colonna sonora studiata ad hoc.  In questa apertura Culturespaces e IMG hanno profuso tutta la loro decennale esperienza, nulla è stato lasciato al caso, a partire dalla location: il celebre Emigrant Industrial Savings Bank, nel quartiere Tribeca di Manhattan. Per l’occasione, lo storico edificio, di ben 2.600 metri quadrati, è stato completamente restaurato, dando nuova vita ai marmi, agli ottoni e alle vetrate colorate che ne compongono l’anima esclusiva. Sul sito si legge che: “Le mostre saranno progettate per completare gli interni della sede, per migliorare un’esperienza multisensoriale unica”.

 

Hall des Lumières proporrà un’installazione diversa ogni 10-12 mesi, la data di apertura sarà annunciata fra qualche settimana, ma sul sito è possibile registrarsi, per ricevere informazioni sulle prevendite. Con questo, sale a sette il numero dei Digital Art Center di Culturespaces, di cui tre in Francia (come il già citato Atelier des Lumières) e quattro in giro per il globo (Bunker des Lumières in Corea del Sud, Infinity des Lumières di Dubai e i nuovi Fabrique des Lumières di Amsterdam e Hall des Lumières di NYC).  E non c’è da stupirsi, infatti, negli ultimi anni questa tipologia di mostra, improntata sull’esperienza-sensoriale-immersiva, sta avendo sempre maggiore riscontro (solo Culturespaces conta circa 4 milioni di visitatori ogni anno).

Se da un lato l’approccio tecnologico dell’intrattenimento culturale sta aprendo nuove strade verso un pubblico più vasto ed eterogeneo, dall’altro i detrattori degli “art-show” puntano il dito sulla tendenza alla spettacolarizzazione che si sostituirebbe artificiosamente alla poesia dell’incontro con l’opera vera e propria. Certamente essere a pochi passi dalla Gioconda produce un’emozione ineguagliabile, ma questo non vuol dire che le due tipologie di fruizione non possano coesistere. Se le “mostre immersive” hanno la possibilità di attrarre anche persone che non spenderebbero una giornata al Louvre, allora questo genere di proposta ad alto contenuto tecnologico ha raggiunto l’obiettivo. Non a caso il motto scelto da Culturespaces è: “culture for everyone”.

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Il Messaggero