E’ stata da poco inaugurata la mostra “L’Islam e la Preghiera” del pittore Luigi Ballarin, organizzata dall’Istituto Yunus Emre “Centro...
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Il pittore di origini veneziane, che divide la sua vita tra Venezia, Roma e Istanbul, le città a lui più care, espone in questa occasione una trentina di sue opere di diverse dimensioni tra tele e piccole sculture di preziose babbucce. L’artista, che da molti anni guarda il mondo islamico con curiosità e interesse e lo osserva continuamente nei suoi viaggi in questo mondo e, specialmente, durante i soggiorni in Turchia, questa volta ci offre le sue opere trattate con il tema della “preghiera”. E’ significativo che la mostra - frutto del progetto dell’Istituto Yunus Emre che mira a trasformare l’approccio del pittore Luigi Ballarin verso il mondo islamico in un evento artistico - sia realizzata proprio durante il Ramadan che è il mese più sacro per l’intero mondo musulmano. E Yunus Emre, il poeta al quale il Centro è dedicato, era un sufi turco contemporaneo del grande mistico Gialal al-Din Rumi. Per il critico d’arte Giuseppe Salerno, che ha partecipato all’inaugurazione della mostra e ha presentato i nuovi lavori: «La preghiera, manifestazione alta del tentativo degli esseri umani di entrare in contatto con il trascendente, trova nell’arte la sua espressione per avvicinarsi al sacro in modi individuali e collettivi».
Nei millenni l’immagine, la parola, il canto e la danza, hanno concorso a dare vita a cerimonie e rituali divenuti basilari in ciascuna religione e cultura connessa. Tempi e luoghi hanno poi determinato quelle diversità che sono la più grande ricchezza del mondo. Alla preghiera, pratica nella quale tutti, con forme, modalità e tempi diversi, siamo impegnati, Luigi Ballarin dedica questa sua mostra. Le moschee, i minareti, i Dervisci, i tappeti della preghiera i rosari (tespih in turco) e le babbucce sono, unitamente al calore delle grandi adunate, l’oggetto delle rappresentazioni esposte Forme, colori, suoni, odori e movimento sembrano emergere da opere pittoriche che, grazie all’atmosfera avvolgente che creano, ci rendono partecipi di un pensiero che si eleva e trova nel trascendente il punto di contatto universale. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 26 maggio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero