L'ex casa del Fascio a Predappio diventerà un museo e un centro studi

L'ex casa del Fascio a Predappio diventerà un museo e un centro studi
Un’esposizione permanente e un centro studi storico a Predappio, in Romagna, paese natale e ultima dimora di Mussolini, per trasformare l’ex Casa del Fascio e...

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Un’esposizione permanente e un centro studi storico a Predappio, in Romagna, paese natale e ultima dimora di Mussolini, per trasformare l’ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità non in un museo del fascismo ma in un grande centro di ricerca  storica e di informazione culturale, sul periodo delle due guerre in Italia. Si chiamerà “L’ Italia totalitaria, stato e società in epoca fascista, un’esposizione permante”.


A curare il progetto sarà l'Istituto per la storia e le memorie del ‘900 Parri Emilia-Romagna. L’iniziativa che ha visto la luce, grazie alla caparbietà del sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti, è stata presentata questa mattina in conferenza stampa nella sede dell’Associazione della Stampa estera, a Roma.

Predappio nell Appennino forlivese vuole essere oggi un luogo, dove si fa cultura e dove si educano le generazioni future ad avere una coscienza critica. Giorgio Frassinetti, primo cittadino di Predappio, afferma: «Sarà un grande centro di ricerca storica, rivolto allo studio ed alla diffusione della conoscenza sulle dittature e sui totalitarismi che hanno caratterizzato il ‘900, all’interno del quale troverà spazio anche una grande esposizione storica sul fascismo, destinata a svolgere una significativa opera di informazione culturale sul periodo fra le due guerre in Italia».

Nella ex casa del fascio, antico palazzo abbandonato e chiuso da 70 anni con una torre alta 40 metri ci sarà dunque un percorso museale multimediale. "L’ idea del museo è quella di uno spazio espositivo da dividere in tre piani con un percorso discendente, - spiega Marcello Flores, storico e coordinatore del comitato scientifico del progetto- che si visiterà dall' alto".

I visitatori potranno immergersi così al primo piano nella storia del Ventennio, al secondo piano  negli anni Trenta, dall'interventismo a Fiume, dalla marcia su Roma, fino al welfare e alla fascistizzazione della gioventù. Nell ‘ultima parte nello spazio più angusto, poi, ci saranno "la  seconda guerra mondiale” per poi passare infine alla Resistenza e al ritorno della democrazia.


Per coloro che hanno timore che quest’iniziativa possa dare luogo ad un turismo per nostalgici il primo cittadino Giorgio Frassineti spiega: “Quando si visiterà l’esposizione permanente e il centro studi, l’unica cosa che non si farà sarà quella di comprare accendini nostalgici. Noi vogliamo dare ai giovani la possibilità di comprendere la storia, di avere  memoria, tenere insieme passato e futuro aiutano ad avere una coscienza critica”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero