L'Ernani di Verdi alla Scala, fischi per la regia "creativa"

L'Ernani di Verdi alla Scala, fischi per la regia "creativa"
Dopo 36 anni di assenza, è tornata fra applausi e fischi Ernani alla Scala di Milano, come spesso succede quando vengono messe in scena i lavori di Verdi, che scatena le...

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Dopo 36 anni di assenza, è tornata fra applausi e fischi Ernani alla Scala di Milano, come spesso succede quando vengono messe in scena i lavori di Verdi, che scatena le passioni del pubblico. L’opera mancava dal Piermarini dal 1982 quando andò in scena l’allestimento di Luca Ronconi diretto da Riccardo Muti con sul palco un cast stellare che includeva Placido Domingo, Renato Bruson e Mirella Freni. Un cast stellare.

Forse per questo nessuno aveva avuto il coraggio di riproporla nonostante sia un titolo verdiano importante, e forse per questo il sovrintendente Alexander Pereira (austriaco) ha chiamato il regista tedesco Sven-Eric Bechtolf, che a Milano aveva già firmato Haensel und Gretel.

Questa volta, Bechtolf ha deciso di usare l’espediente del teatro nel teatro: una compagnia decide di mettere in scena Ernani, usando scene dipinte, costumi e gestualità tipici dell’Ottocento. E quando il pubblico è avvinto dalla storia del nobile-bandito innamorato di Elvira che vuole sollevare una rivolta contro re Carlo, arrivano azioni "di disturbo" per ricordare che questa è solo una recita. Insomma, il regista ha deciso di dare una lettura "tedesca" dell’opera sfruttando la trovata dell’ironia romantica (appunto lo svelamento dell’illusione) tanto cara ad autori romantici di lingua tedesca come Georg Trakl, senza «sovrariflessioni».

Ma al pubblico non è piaciuto per nulla. Fra il terzo e il quarto atto, quando è sceso il sipario per permettere il cambio di scena e sono uscite due vallette con in mano dei cartelli con su scritto ‘breve interruzionèe ‘tre minutì non solo dal loggione sono arrivati i buu e le urla "vergogna", "questo sarebbe Verdi, non è il varietà".
Per lui i fischi sonori sono arrivati anche alla fine così come per il soprano Ailyn Perez che interpretava Elvira, l’amata di Ernani contesa anche dal cattivissimo Silva e da Don Carlo.


Il pubblico ha invece voluto premiare con dieci minuti di applausi caloroso il coro, l’orchestra diretta da Fischer e tutto il cast a partire da Francesco Meli (Ernani) che torna alla Scala con il sesto titolo verdiano e qui si è trovato ad esibirsi come una sorta di Douglas Fairbanks o Errol Flynn, eroi di un cinema di altri tempi. Applaudito anche Luca Salsi (Don Carlo) che in questi giorni è in scena anche al festival Verdi di Parma con Macbeth, ma soprattutto Ildar Abdrazakov (che sarà protagonista dell’apertura della Scala il prossimo 7 dicembre con Attila) nella parte di don Ruy Gomez de Silva. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero