A forza di provare, alla fine ce l'abbiamo fatta. La serie de L'amica geniale - co-produzione Rai Fiction, HBO, TIMvision, Wildside e Fandango - è stata un trionfo....
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L'amica geniale, la malattia di Lila: Ludovica Nasti ha sconfitto la leucemia
L'amica geniale, è boom di ascolti. Salini: «Motivo d'orgoglio per il servizio pubblico»
La favola tv di Costanzo, scritta dal regista insieme a Ferrante, Francesco Piccolo e Laura Paolucci, ha toccato - e senza l'aiutino dell'algoritmo - tutti i tasti giusti per conquistare il pubblico internazionale. Ha pagato anche all’estero l’ambientazione sfacciatamente cinefila, che sfugge con buon gusto - e tanto, tantissimo Rossellini - al rischio pornografia della miseria. Hanno pagato le facce scelte per le protagoniste, la Elena di Elisa Del Genio e la Lila di Ludovica Nasti, audacemente pescate nel novero delle esordienti, invitate a parlare in italiano, anzi in dialetto, per un pubblico tv allenato al sottotitolo, smaliziato, e già da tempo addestrato a protagonisti non anglofoni. Ha pagato l’assoluta, cieca, quasi devota fedeltà al romanzo. Ha pagato, infine, una storia di amicizia tra donne in un’epoca singolarmente predisposta ad accogliere (su piccolo schermo) l’universo femminile.
Si poteva fare meglio? Si poteva condividere il lavoro con una regista, per esempio, suggeriscono gli americani improvvisamente sensibili al tema femminile: e chissà che l’invito non venga ascoltato per le prossime stagioni della serie. Si poteva forse, e non è un dettaglio, arrivare per una volta primi. Programmata negli Stati Uniti e in Inghilterra il 18 e 19 novembre, in Italia la serie è andata in onda solo ieri. Ad arte o per sfortuna (un ingorgo nel listino? Un frontale con I Medici?), gli italiani sono rimasti per dieci giorni, come al solito, in balia degli spoiler d’oltreoceano e della pirateria sul web. Correndo un grande rischio: quello di scambiare L’Amica Geniale per una serie americana, dimenticando che Elena Ferrante e il suo successo, incluso quello tv, parlano (quasi) esclusivamente italiano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero