L'algoritmo resuscita Lennon ed esce un nuovo disco dei Beatles

I Beatles negli anni '60
Si parla tanto di Intelligenza Artificiale e anche il mondo dello spettacolo non manca ogni giorno di esprimere la sua preoccupazione per ogni possibile impiego della tecnologia a...

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Si parla tanto di Intelligenza Artificiale e anche il mondo dello spettacolo non manca ogni giorno di esprimere la sua preoccupazione per ogni possibile impiego della tecnologia a danno del talento umano, dell’autenticità dell’arte, della stessa occupazione: attori in carne e ossa sostituiti da avatar virtuali, doppiatori mandati in pensione dalle voci sintetiche, sceneggiatori fatti fuori dagli algoritmi sono le possibili, e già attuali conseguenze dell’uso selvaggio della potenzialità dei sistemi digitali. E mentre il dibattito divampa in tutto il mondo, i fotomontaggi si mescolano con la realtà e i video manipolati al computer con la cronaca vera, dalla musica arriva una notizia-bomba: a mezzo secolo dallo scioglimento, dopo la morte di John Lennon e George Harrison, i Beatles sono pronti a celebrare una reunion virtuale ricorrendo proprio all’Intelligenza Artificiale.

L'INEDITO. E’ infatti in arrivo una canzone inedita dei Fab Four, registrata ricreando digitalmente la voce di John, ucciso a New York nel 1980. Dal momento che non si tratta di una fake news ma l’annuncio è stato dato dallo stesso Paul McCartney ad un interlocutore più che serio, quasi istituzionale come la Bbc, la notizia ha destato ancora più sorpresa e molte polemiche. «Si tratta di un’ultima canzone destinata ai fan di tutto il mondo», ha spiegato Paul, entrando poi nei dettagli dell’operazione: la voce di Lennon è stata ricavata da una vecchia audiocassetta e separata dall’accompagnamento musicale. «Siamo riusciti a prendere la voce di John e ripulirla usando l'intelligenza artificiale per mixare la registrazione», ha spiegato McCartney, «abbiamo appena finito il lavoro e il brano uscirà entro quest’anno». Non ha precisato quale sia, ma secondo l’emittente britannica si tratterebbe di Now and Then che John aveva inciso nel 1979, un anno prima della morte, e che la vedova Yoko Ono aveva regalato all’ex bassista della band nel 1994.

I PRECEDENTI. Non è la prima volta che si ricorre alla tecnologia per rivitalizzare i mitici Fab Four e i cospicui proventi della loro musica: già due canzoni contenute in quella stessa cassetta, Free As A Bird e Real Love, erano state remixate dal produttore Jeff Lynne e pubblicate nel 1995 e nel 1996, arrivando a scalare le classifiche del mondo intero. Si era tentata la stessa operazione con Now and Then ma non era andata a buon fine perché la tecnologia non era ancora così perfezionata da abolire i rumori di fondo della cassetta. Ora l’Intelligenza Artificiale ha superato i problemi tecnici e ha reso pussibile il progetto.

LA POLEMICA. La polemica è già scoppiata, ma non sembra scuotere McCartney più di tanto. L'anno scorso al festival di Glastonbury, in Inghilterra, davanti a 100mila spettatori il musicista aveva cantato I’ve Got A Feeling duettando con l’ologramma di John Lennon sparato dai maxischermi. Un successo di pubblico, indubbiamente, ma anche il ”caso” che ha dato la stura a roventi polemiche globali. Il mondo della musica si è diviso. Per McCartney il ricorso alla tecnolgia è stato «un po’ spaventoso ma emozionante dato che è il futuro...dovremo solo sapere dove ci porta». Non ha invece dubbi un altro pezzo da novanta del pop come Sting che ha lanciato un appello alla mobilitazione del settore per «difendere il nostro capitale umano contro l'intelligenza artificiale». Mentre si dibatte, il «futuro» va avanti: qualche settimana fa Universal, major mondiale della musica, ha annunciato l’accordo con Endel, una startup berlinese che realizza musica tramite intelligenza artificiale. Se ne vedranno, anzi se ne sentiranno delle belle.

OLOGRAMMI. Si chiama "Digital Resurrection: da prima dell’Intelligenza Artificiale, il mondo della musica resuscita i suoi idoli attraverso l’ologramma. Nel 2014 l’immagine digitale di Michael Jackson è sbarcata ai Billboard Music Award. Quattro anni dopo è stato il turno di Maria Callas, in concerto in tutto il mondo nella stessa forma. L’anno scorso è toccato a Ronnie James Dio, star dell’heavy metal defunto nel 2010. Per non parlare delle numerose apparizioni immateriali di Freddie Mercury. Ma la pratica riguarda anche i vivi, come Tiziano Ferro che ha lanciato l’album Il mondo è nostro sotto forma di ologramma.

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Il Messaggero