Milan Kundera morto, L'Insostenibile leggerezza dell'essere da libro cult a tormentone fino alla canzone di Venditti

Il titolo del romanzo diventò una canzone inserita nell'album «Venditti e segreti» (1986)

Milan Kundera morto, L'Insostenibile leggerezza dell'essere da libro cult a tormentone fino alla canzone di Venditti
Diventò un libro must read, da leggere assolutamente perché di moda. «L'insostenibile leggerezza dell'essere» di Milan Kundera, l'autore ceco...

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Diventò un libro must read, da leggere assolutamente perché di moda. «L'insostenibile leggerezza dell'essere» di Milan Kundera, l'autore ceco morto a Parigi all'età di 94 anni, è diventato in Italia un romanzo di culto grazie anche a Roberto D'Agostino, che lo lanciò in maniera anomala durante trasmissione «Quelli della notte» di Renzo Arbore su Raidue nel 1985.

Milan Kundera, morto l'autore de "L'insostenibile leggerezza dell'essere". Aveva 94 anni, si chiuse nel silenzio e diventò leggenda

Kundera, quando "L'Insostenibile leggerezza dell'essere" diventò un tormentone e una canzone

E sempre al tormentone che riuscì a imbastire D'Agostino semplicemente sull'evocativo titolo, senza mai parlare della trama, il capolavoro dello scrittore ceco naturalizzato francese passò alle cronache mondane come primo libro da leggere assolutamente perché di moda.

E a rafforzarne il successo pop ci si mise anche il cantautore romano Antonello Venditti, che usò il titolo del romanzo per l'omonima canzone inserita nell'album «Venditti e segreti» (1986).

Il libro di Kundera era stato scelto dalla casa editrice Adelphi per inaugurare la nuova collana "Fabula". Nell'ottobre del 1984, in occasione dell'uscita, passò quasi inosservato. Ma pochi mesi dopo, il 29 aprile del 1985, le cose cambiarono rapidamente quando andò in onda la prima puntata di «Quelli della notte».

Nel popolare programma tv i personaggi-spalla di Arbore si identificavano per un tormentone: il «filosofo» Riccardo Pazzaglia citava il «brodo premordiale»; il comunista romagnolo "fedele alla linea" Maurizio Ferrini ripeteva «non capisco ma mi adeguo»; l'improbabile frate Antonino da Scasazza (Nino Frassica) raccontava «nanetti»; il '"ookologo" Roberto D'Agostino apriva ogni suo intervento dicendo «come scrive Milan Kundera ne L'insostenibile leggerezza dell'essere...».

Volente o nolente, il tormentone di Roberto D'Agostino su Kundera inaugurò un nuovo modo di promuovere i libri in tv, capace di decretarne il successo di vendite. 

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Il Messaggero