E' uno slide show quello che Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, sceglie per presentare il suo nuovo, smisurato album. Foto e diagrammi, uno perfino sulla curva emotiva del...
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Del resto il titolo scelto, Lorenzo2015CC, sembra proprio il nome di una motocicletta, simbolo di un artista viaggiatore che in trenta pezzi (roba da record mondiale) ha messo insieme un vero e proprio baccanale di ritmi, suoni e sapori passando dal rock al funky dal rap al samba, da morbide ballad a classiche canzoni per l'estate: «Il disco classico e rotondo non esiste più, questo è come una raccolta di singoli postati su un cloud, una nuvola da cui ognuno prende ciò che vuole a seconda dei momenti».
Un disco passionale e avventuroso, animato dall'ansia del fare, una sorta di frenesia che è il motore artistico di Jovanotti: «Ci sono tanti difetti che potrei elencare io stesso - spiega lui - ma questo è un disco libero, senza condizionamenti, molto istintivo e libero da mode». E così, come da programma, l'ascolto è pieno di alti e bassi, con canzoni riuscite e altre meno, ma tutte confezionate con la forza di grandissime ritmiche e di un robusto supporto di fiati. In mezzo tanti ospiti, dal batterista Omar Hakim, uno che ha suonato con Miles Davis, a Manu Di Bango, il grande sassofonista camerounense precursore della disco music, a Bobino, chitarrista, il soulman del deserto, agli Antibalas con il loro afrobeat.
Canzoni raccontate come storie, che concedono pochi salti nell'attualità a parte un accenno ai «tribunali improvvisati che condannano ancor prima di sapere» nell'Alba e una frase sui barconi: «Sono per la politica del salvataggio, non importa quanto costa» si sbilancia. E con l'occasione ribadisce il suo sostanziale sostegno al presidente del consiglio Renzi, di cui è stato uno dei primi sponsor: «Sono critico, ho conosciuto i suoi difetti, ma anche le sue qualità. E sono convinto che sia ancora una grande opportunità per l'Italia. Almeno non ci sono più i vecchi presepi politici di un tempo».
Con un simile ponderoso bagaglio di nuova musica come saranno i concerti della prossima estate, dove Lorenzo tornerà negli stadi (con tre date a San Siro)? «Non farò più di 5 o 6 pezzi da questo disco - avverte - . In quel genere di concerti la gente viene soprattutto per ascoltare le canzoni che conosce».
Non rinuncia Lorenzo, infine, a parlare anche di un tema sollevato negli ultimi giorni, quello dei falsi followers sui social network: «Ho letto - dice - che sono uno che ne ha moltissimi. Ma francamente non so perché. Nè mi cambia nulla: io mi occupo di quelli veri, gli altri sono finti e allora chissene frega». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero