Il suo accorato discorso, pronunciato in occasione della Notte degli Oscar che lo aveva visto vincitore per l'intensa interpretazione del suo Joker, avevano colpito mezzo...
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Oscar, Joaquin Phoenix: «Sono stato un uomo crudele». E cita una frase del fratello River
Oscar 2020, trionfa Parasite: prima volta di un film straniero. Premi per Phoenix (Joker) e Zellweger (Judy)
Il film, diretto da Shaun Monson e prodotto con la collaborazione di Extinction Rebellion e Amazon Watch, in poco meno di due minuti ad alto tasso di drammaticità, ci fa entrare in una sala operatoria, nel bel mezzo di un intervento a cuore aperto dove, il chirurgo Phoenix, affiancato dalla sue equipe, cerca di salvare la vita al povero paziente. Il ritmo è cupo e incessante così come la difficoltà di quell'intervento disperato che rappresentano le medesime e drammatiche traversie che stanno martoriando il nostro pianeta.
Ormai al collasso, quel paziente viene trattato con tutte le più moderne tecnologie. Poi, tutto si fa più incalzante ma è inutile. Quel cuore violato cessa di battere e i medici, affranti e sconfitti, tolta la mascherina, fanno per uscire. Tutti, tranne uno. Anzi, una. Sì perchè, fino a quel momento, una persona del team era rimasta a guardare. In disparte, aveva osservato tutto, fino alla fine. Così, improvvisamente e senza perdersi d'animo, è sul torace del paziente e tenta, tenta ancora. Vuole rianimare quella vita. "Milleuno, milledue, milletre..". Com'è andata a finire? Quelle ultime immagini, prima dei titoli di coda, svelano la vera identità del moribondo, strappato alla morte dai "Guardiani della Vita", rappresentati dai popoli indigeni che, come aveva detto Phoenix, salveranno la Terra.
Il Messaggero