In viaggio tra Settecento e Ottocento con Cecilia Bartoli

Cecilia Bartoli
Quando Cecilia Bartoli canta, le cose sono diverse. I critici cercano le metafore, perché il loro consueto vocabolario non è sufficiente per descrivere adeguatamente...

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Quando Cecilia Bartoli canta, le cose sono diverse. I critici cercano le metafore, perché il loro consueto vocabolario non è sufficiente per descrivere adeguatamente la sua arte.


Alcuni sospettano che "nasconda un nido di usignoli" nella sua laringe, mentre altri sostengono che l'unico modo per renderle omaggio è farle "dichiarazioni d'amore". Il fenomeno Bartoli non può essere racchiuso in parole prosaiche né in fatti e immagini semplici, sebbene quest'ultime possono almeno illustrare i potenti effetti del suo fare musica.

Sempre originalissima e raffinata nelle scelte dei repertori, Cecilia Bartoli è diventata una delle cantanti più amate della sua generazione senza aver mai fatto concessioni alle richieste del mercato.

Continuamente desiderosa di riscoprire pagine musicali nuove e di rara esecuzione, ha restituito al pubblico progetti di assoluta bellezza come The Vivaldi Album, Italian Arias (Gluck), The Salieri Album, Opera proibita, Maria, Sacrificium, Mission e St Petersburg, tutti pluripremiati.

E dopo aver calcato i palcoscenici più prestigiosi di tutto il mondo, Cecilia Bartoli giunge per la prima volta al Teatro di San Carlo, venerdì 8 marzo (ore 18) per offrire al pubblico napoletano (sono già in via di esaurimento i posti) un concerto dal titolo “Arie d’opera tra Settecento e Ottocento”.

Ad accompagnarla l’orchestra di musica barocca Les Musiciens du Prince diretti da Andres Gabetta. Produzione dell’Opéra De Monte-Carlo.

Interprete eccellente del repertorio barocco e non solo, il celebre mezzosoprano romano, naturalizzato svizzero, condurrà lo spettatore in un percorso musicale di quasi due secoli che da Antonio Vivaldi arriverà al Rossini serio dell’Otello attraverso il napoletano Nicola Porpora, Luigi Boccherini, Mozart, Haendel e lo spagnolo Manuel Garcìa. “La musica barocca è un patrimonio italiano immenso – afferma la Bartoli - che necessita di essere riscoperto ed eseguito. L’Italia è il luogo dove la musica barocca e l’opera hanno visto la luce e dovremmo esserne orgogliosi. Da Napoli si diffuse per molti anni la musica barocca e i compositori barocchi portarono i loro splendidi lavori fino alle più lontane città europee. Händel, per esempio, non sarebbe mai diventato un compositore celebre se non avesse fatto esperienza in Italia e in effetti la maggior parte delle sue composizioni vocali sono scritte in italiano”.


Il concerto è il secondo appuntamento del progetto Concerto d’Imprese. 
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Il Messaggero