Chissà cosa avrebbe pensato oggi Pavarotti nel vedere i tre baldi giovanotti de Il Volo cantare le arie che hanno reso magico quel lontano concerto del 7 luglio 1990 al...
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Testimone diretto, Placido Domingo. Con lui duettano in “Non ti scordar di me”. Ed è sempre lui che dirige l’orchestra del Teatro Massimo di Palermo in otto dei brani previsti in programma, per lasciare il resto della direzione al maestro Marcello Rota. «Non ci paragoniamo minimamente ai nostre tre idoli», dicono i tre passandosi il microfono. «Sappiamo però di avere dato il massimo. Con questo progetto vogliamo diffondere un repertorio poco conosciuto, soprattutto ai giovani. La maggior parte dei pezzi non li avevamo mai registrati, ma solo cantati durante i concerti». E se Domingo oltre a essere fisicamente presente, se Carreras ha fatto sapere loro di essere contento del progetto, e se Pavarotti in un certo senso c’è grazie alla sua Fondazione diretta dalla Mantovani, il trio dei grandissimi tenori del panorama operistico mondiale di fatto qui si ricompone dal lontano concerto romano.
Il disco uscito ieri in tutto il mondo contiene brani che vanno dal “Nessun dorma” di Turandot a “Tonight”, da “Libiamo ne’ i calici” de La Traviata a “‘O Sole mio”, da “Una furtiva lagrima” da L’Elisir d’amore a “‘O sudato ‘nnammurato”, alle due bonus track: Ave Maria, totalmente registrata in studio, e Adeste Fidelis. Nella deluxe, gli intermezzi di Cavalleria rusticana e di Manon Lescaut. «È il progetto che ci permette di fare il salto di qualità. Per noi è un onore questo tributo. Ci sentiamo cresciuti vocalmente perché abbiamo studiato molto. Vorremo avvicinare la gente a questo tipo di repertorio e all’Italia. In un momento in cui vogliamo essere tutti un po’ più internazionali, e c’è chi mette il “the” prima del proprio nome per sentirsi “americano”, noi rimaniamo “Il Volo”, con l'articolo italianissimo».
Dal 4 marzo 2017 porteranno il disco, e con esso il “made in Italy”, in un tour mondiale per una scaletta che sarà uguale nelle varie date. Dal Radio City Music Hall di New York gireranno l’America, per poi arrivare in Italia nel maggio prossimo. Il 12 saranno a Roma al PalaLottomatica, poi due date all’Arena di Verona e tre al Teatro Antico di Taormina. «Stiamo cercando di avere con noi un’orchestra italiana». Per il resto, sono dei ragazzi come gli altri, che ascoltano il pop italiano e internazionale. Che dicono sì al talent (da dove loro di fatto provengono), purché si mantengano i piedi per terra. Che hanno ottenuto la standing all’America’s got talent e i complimenti di Simon Cowell. Che si vogliono imporre nella diffusione di un repertorio troppo spesso di nicchia. E che rischia di passare nel dimenticatoio. Un belcanto virtuosistico dal repertorio impegnato. Perché questo sono loro adesso.
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Il Messaggero