Il regista iraniano Farhadi accusato di plagio: il suo ultimo film sarebbe copiato

Il regista iraniano Asghar Farhadi, 49 anni, due Oscar
Plagio. E’ l’accusa, pesante come un macigno, che si è abbattuta sul regista iraniano Asghar Farhadi, 49 anni e due Oscar vinti per "Una separazione"...

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Plagio. E’ l’accusa, pesante come un macigno, che si è abbattuta sul regista iraniano Asghar Farhadi, 49 anni e due Oscar vinti per "Una separazione" e "Il cliente": come riporta il periodico cinematografico ”The Hollywood Reporter”, un tribunale di Teheran ha stabilito che ”Un eroe”, l’ultimo film di Farhadi (Gran premio della Giuria a Cannes 2021), è stato copiato dal documentario ”Tutti vincitori, tutti perdenti” girato da Azadeh Masihzadeh, ex studente dello stesso regista. Che, secondo l’accusa, gli avrebbe rubato l’idea senza menzionarlo nei crediti del film. La sentenza è inappellabile e un’altra corte di giustizia comminerà prossimamente la punizione destinata a Farhadi che, nel peggiore dei casi, oltre a corrispondere a Masihzandeh tutti i profitti realizzati dal film (2 milioni e mezzo di dollari incassati in sala nel mondo, mentre Amazon ha acquisito i diritti per gli Usa), potrebbe addirittura finire in prigione. E, sebbene non si sia mai schierato contro il regime di Teheran (ma i suoi film, dal capolavoro ”Una separazione” fino a ”Un eroe”, rappresentano uno spaccato eloquente delle attuali condizioni di vita in Iran), non sarebbe l’ultimo cineasta messo fuori gioco dagli ayatollah, mai teneri con gli artisti e la loro libertà di espressione spesso impiegata per contestare il regime: Keywan Karimi, Baktash Abtin, Jafar Panahi (Leone d’oro a Venezia 2000 per ”Il Cerchio”), Mohammad Rasoulof sono i registi che passato hanno dovuto infatti scontare il carcere e il divieto d’espatrio. E la sedia vuota che, ai festival di Cannes e Berlino negli anni scorsi ha denunciato l’assenza di Panahi, ha rappresentato la protesta del mondo libero contro la repressione.

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Il Messaggero