Il genio di Giulio Romano in mostra a Mantova con 72 disegni dal Louvre

Giulio Romano e bottega, Diomede combatte Fegeo e Ideo, Mantova, Palazzo Ducale, Sala di Troia
La novità assoluta del tratto, fondamentale all'elaborazione del linguaggio manierista; la stretta relazione tra i suoi disegni e gli ambienti reali; e poi il talento...

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La novità assoluta del tratto, fondamentale all'elaborazione del linguaggio manierista; la stretta relazione tra i suoi disegni e gli ambienti reali; e poi il talento come architetto, e una feconda eredità lasciata a tanti artisti che a lui guardarono come un maestro. L'autunno del 2019 a Mantova sarà nel segno di Giulio Romano, pseudonimo di Giulio Pippi dè Jannuzzi (Roma, 1492 o 1499 - Mantova, 1546), grazie alla grande mostra-omaggio Con nuova e stravagante maniera, allestita dal 6 ottobre al 6 gennaio al Complesso Museale Palazzo Ducale.


Un progetto ambizioso e di grande rigore scientifico, che ha l'obiettivo di restituire a 360 gradi la figura di Giulio Romano, il più importante allievo di Raffaello, artista completo, capace di esprimersi con grande poliedricità nell'architettura e nella pittura, negli arazzi e nell'oreficeria, che trovò in questi vari linguaggi un comune denominatore nella pratica del disegno.

La mostra inaugura anche la collaborazione di Palazzo Ducale con il Louvre e il Département des Arts Graphiques del museo, che per la prima volta concederà dal suo ricco fondo di disegni di mano dell'artista (il più importante oggi noto) un eccezionale nucleo di 72 fogli.

L'idea del comitato scientifico che ha concepito la mostra (Peter Assmann, Laura Angelucci, Paolo Bertelli, Renato Berzaghi, Paolo Carpeggiani, Sylvia Ferino, Augusto Morari, Roberta Serra e Luisa Onesta Tamassia) è quella di ripercorrere la carriera dell'artista, dagli esordi a Roma fino alla partenza nel 1524 per Mantova, dove si stabilì presso la corte di Federico II Gonzaga e dove espresse felicemente la sua
stravagante maniera, come scrisse Giorgio Vasari nelle Vite dè più eccellenti pittori, scultori e architetti.

Proprio nella città gonzaghesca, Romano creò capolavori indiscussi, come Palazzo Te (1525-1535) e gli appartamenti di Federico II a Palazzo Ducale (1536), assunse la direzione di tutte le opere di architettura e di decorazione e, sull'esempio del suo maestro Raffaello, creò una sua bottega capace di tradurre i suoi disegni in stucco o in pittura.

In un percorso che si snoda in tre sezioni, il pubblico vedrà, accanto alle opere del Louvre, anche un'ulteriore selezione di disegni, provenienti dalle più importanti collezioni museali italiane e straniere (tra cui l'Albertina di Vienna, il Victoria and Albert Museum di Londra, la Royal Collection a Windsor Castle), oltre a dipinti, stampe e maioliche. «La mostra», ha affermato oggi Peter Assmann, direttore del Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova, presentando il progetto a Roma, «rappresenta un'importante chance per la città: andare oltre la tradizionale concezione di mostra temporanea per riunire tutte le forze produttive locali intorno a Palazzo Ducale e rafforzare l'immagine di Mantova come città d'arte in Europa e nel mondo. Al di là della sua importanza culturale specifica si tratta di un'occasione per fare rete tutti insieme verso un unico grande obiettivo di crescita collettiva».

Particolarmente interessante sarà la possibilità, come ha affermato Xavier Salmon, direttore del Département des Arts graphiques del Musée du Louvre di Parigi, «di ricreare oggi, attraverso i disegni preparatori all'apparato decorativo di Palazzo Ducale, i legami tra le opere e i luoghi. Questi fogli saranno eccezionalmente messi a confronto con le opere finite allo scopo di illustrare la relazione che, all'epoca, legava il maestro, i collaboratori e gli allievi, tra cui Fermo Ghisoni, Rinaldo Mantovano e, soprattutto, Giovan Battista Bertani».


All'esposizione saranno legate diverse attività, dalla mostra del Politecnico di Milano (Polo di Mantova) in occasione di Mantova Architettura a quella di Palazzo Te
Giulio Romano. Arte e Desiderio nel Rinascimento, dai focus sull'artista nell'ambito dei festival Letteratura e Segni d'Infanzia a Mantova fino alla caspule collection a cura dell'azienda mantovana di menswear Lubiam.   Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero