“I racconti dell'orso”, due giovanissimi romani firmano un piccolo e sorprendente film fantastico a low budget

A ogni festival il suo film-Ufo. Quello di Torino quest’anno viene dall’Italia, una volta tanto, ed è anche piuttosto bello. Si intitola I racconti dell’orso, e perdonateci...

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A ogni festival il suo film-Ufo. Quello di Torino quest’anno viene dall’Italia, una volta tanto, ed è anche piuttosto bello. Si intitola I racconti dell’orso, e perdonateci la rima ma sta in Concorso. Anche se questa rima da Corriere dei Piccoli di una volta non è lontana dallo spirito del lavoro. Che potrebbe essere un film “per ragazzi” come si diceva una volta, ma di genere un po’ speciale, quasi sperimentale, però girato col gusto, il divertimento e la faccia tosta dei ragazzi di oggi.


Lo hanno realizzato i due giovanissimi esordienti Samuele Sestieri e Olmo Amato, entrambi romani, classe 1989 e 1986, per una cifra ridicola racimolata grazie all’ormai immancabile crowdfunding. Raccontarlo in senso stretto non ha molto senso, perché a suo modo è un piccolo poema visivo fitto di rimandi a vecchie e nuove avanguardie, ma loro lo riassumono (piuttosto bene) così:

«In un mondo abbandonato dagli uomini, un monaco meccanico insegue uno strano omino rosso. Dopo aver attraversato boschi, città morte e lande desolate, i due buffi personaggi raggiungono la cima di una collina magica. Il ritrovamento di un vecchio peluche d’orso ormai malandato li farà riconciliare. Uniranno così le forze, nella speranza di poter dare vita al giocattolo inanimato e sfuggire al vuoto che li circonda».

Il progetto, raccontano sempre gli autori, nasce da una vera scommessa: girare un film in due sole persone, durante un viaggio di quaranta giorni tra Finlandia e Norvegia. Sestieri e Amato hanno ricoperto tutte i ruoli, dalla produzione alla regia, dalla fotografia alla recitazione. Alla postproduzione, durata quasi due anni, hanno partecipato invece diversi collaboratori.

«La nostra idea, fin dall’inizio, è stata quella di trasformare la povertà dei mezzi disponibili in autentica risorsa: nessun dolly, nessun carrello, nemmeno una steady. Lontani dall’eccessiva programmazione e dallo studio a tavolino, abbiamo voluto restituire una messa in scena viva, pulsante, che respira con i suoi personaggi. La sceneggiatura è stata solo un punto di partenza: luoghi e persone che incontravamo nel corso del viaggio modificavano, ampliavano, arricchivano la nostra storia. Di fronte alle meraviglie di una natura incontaminata, il punto di vista è quello vergine di chi vorrebbe imparare a vedere, come se fosse per la prima volta».

Il risultato è un curiosissimo film fantastico dal gusto volutamente (fascinosamente) infantile che non somiglia a nient'altro, anche se volendo si possono pescare riferimenti a 360 gradi (a noi ha evocato Nel paese delle creature selvagge e certa animazione giapponese, ma sono libere associazioni). Fossimo un produttore, metteremmo subito alla prova i due nuovi registi con progetti più corposi. La stoffa c’è eccome.

Sito: http://www.iraccontidellorso.it

Facebook: https://www.facebook.com/iraccontidellorso/ Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero