Non è ancora arrivato il momento della pensione per Indiana Jones: staccati fedora, frusta e revolver dal proverbiale chiodo, l’archeologo più famoso della storia del cinema...
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La rivelazione è di Steven Spielberg, regista della tetralogia, che, nel corso della presentazione de “Il ponte delle spie”, il suo ultimo film con protagonista Tom Hanks, scherzando sulla storia dei suoi sodalizi con l’attore di “Forrest Gump”, si è lanciato in un’affermazione che sembra molto di più di un auspicio: “Dobbiamo pensare alla nostra prossima collaborazione, Tom è al pari con Harrison (Ford n.d.r.): io e Harrison abbiamo fatto 4 film. Ora probabilmente farò Indiana Jones 5 con Harrison, quindi poi saranno 5 per Harrison e 4 per Tom”.
Certo, quel “probabilmente” lascia aperta la porta a qualsiasi prospettiva, anche all’eventualità che il progetto non veda la luce, però l’ago della bilancia pende nettamente per una soluzione favorevole. D’altronde, in questo senso, ci sono da registrare le recenti dichiarazioni di Kathleen Kennedy, produttrice della “Lucasfilm”. Intervistata al riguardo lo scorso maggio, infatti, la donna si era detta certa sul ritorno di Indiana Jones: “L’intenzione è quella di arrivare un giorno a realizzare un nuovo Indy all’interno di questa azienda. Quando questo accadrà ancora non lo so. Non abbiamo iniziato a lavorare su alcunan sceneggiatura, ma ne stiamo discutendo”.
Diventato ormai un’icona del cinema d’avventura, il personaggio interpretato da Harrison Ford ha sbancato i botteghini in tutte le sue uscite - la seconda e la terza nell’’84 e nell’’89, con rispettivamente “Indiana Jones e il tempio maledetto” e “Indiana Jones e l’ultima crociata” - ricevendo ogni volta anche il plauso della critica. Invecchiato e, magari, un po’ arrugginito - d’altronde Ford ha appena compiuto settantatré anni -, ora dovrà provare a portare a termine la sua missione più difficile: convincere e vincere la sfida degli incassi una volta di più. Ci riuscirà? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero