Guarda che luna, amore e dintorni al Palazzo delle Esposizioni

Federico Moccia con Antonio Caggiano alla presentazione del libro "Guarda che mun tunait"
Una limpida luna ieri sera prima ha baciato la fresca serata di Roma e poi si è ritrovata riflessa sulla copertina del libro “Guarda che Mun Tunait”, romanzo...

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Una limpida luna ieri sera prima ha baciato la fresca serata di Roma e poi si è ritrovata riflessa sulla copertina del libro “Guarda che Mun Tunait”, romanzo scritto dal giornalista Rai Antonio Emilio Caggiano. Nel regno dello chef Alessandro Cerciello, padrone di casa della serra/ristorante al secondo piano del Palazzo delle Esposizioni, in tanti sono intervenuti per salutare l’autore e testimoniare come esista il segreto del romanticismo lunare. A cominciare dal volto televisivo Stefania Orlando con un taglio sbarazzino, passando per la cantante Silvia Salemi che si è presentata in total black, con indosso un curioso capello e al conduttore televisivo Marco Liorni.

Anche il cantante Massimo Di Cataldo ha apprezzato la storia d’amore che si svolge a Roma durante gli anni dell’Università, come il Presidente della Fondazione Univerde Pecoraro Scanio, Federica de Denaro di “Linea Verde Life”, la conduttrice Rai Metis Di Meo e il musicista e scultore Agostino Penna; gli intermezzi musicali sono stati curati dal gruppo Engage. Ad animare la storia è l’amore tra Antonio e Lucilla: i ragazzi s’innamorano subito ma la loro relazione non sarà tutta rose e fiori. I due appartengono infatti a mondi diversi: lui è figlio di un appuntato dei Carabinieri e di una casalinga; lei ricca e proveniente da una famiglia di industriali, ha una vita in parte già pianificata.

Mentre si rincorrono le vicende di questi ragazzi, nel libro compaiono riflessioni sull'amore e sul valore dell'indipendenza e della propria moralità. «Io sono l’anti romanticismo per eccellenza - ricorda divertito Caggiano - e può testimoniarlo mia moglie. Eppure non so cosa sia accaduto, ma in una notte insonne sono riuscito a scrivere tutta l’avventura dei due innamorati». Il libro, edito da Gruppo Albatros il Filo, ha un titolo che richiama una frase scritta dal protagonista, non proprio bravissimo in inglese, riferita ad un momento specifico vissuto durante la sua storia d’amore. «Ho amato questo libro e mi sono molto divertito - commenta Federico Moccia, che ha curato la prefazione e che ha da poco pubblicato “La ragazza di Roma Nord” -. Mi piace mettermi in gioco e superarmi, per vedere la realtà sotto una luce diversa rispetto al mio punto di vista». L’invito a puntare alla luna che appare nel romanzo, ricco di ingenuità e freschezza giovanile, non è tanto la necessità di porsi obiettivi irraggiungibili, quanto l’opportunità di sperimentare e conoscere se stessi, di prendersi dei rischi per realizzare i propri sogni e di scommettere ancora sull’amore. 
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Il Messaggero