Una limpida luna ieri sera prima ha baciato la fresca serata di Roma e poi si è ritrovata riflessa sulla copertina del libro “Guarda che Mun Tunait”, romanzo...
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Anche il cantante Massimo Di Cataldo ha apprezzato la storia d’amore che si svolge a Roma durante gli anni dell’Università, come il Presidente della Fondazione Univerde Pecoraro Scanio, Federica de Denaro di “Linea Verde Life”, la conduttrice Rai Metis Di Meo e il musicista e scultore Agostino Penna; gli intermezzi musicali sono stati curati dal gruppo Engage. Ad animare la storia è l’amore tra Antonio e Lucilla: i ragazzi s’innamorano subito ma la loro relazione non sarà tutta rose e fiori. I due appartengono infatti a mondi diversi: lui è figlio di un appuntato dei Carabinieri e di una casalinga; lei ricca e proveniente da una famiglia di industriali, ha una vita in parte già pianificata.
Mentre si rincorrono le vicende di questi ragazzi, nel libro compaiono riflessioni sull'amore e sul valore dell'indipendenza e della propria moralità. «Io sono l’anti romanticismo per eccellenza - ricorda divertito Caggiano - e può testimoniarlo mia moglie. Eppure non so cosa sia accaduto, ma in una notte insonne sono riuscito a scrivere tutta l’avventura dei due innamorati». Il libro, edito da Gruppo Albatros il Filo, ha un titolo che richiama una frase scritta dal protagonista, non proprio bravissimo in inglese, riferita ad un momento specifico vissuto durante la sua storia d’amore. «Ho amato questo libro e mi sono molto divertito - commenta Federico Moccia, che ha curato la prefazione e che ha da poco pubblicato “La ragazza di Roma Nord” -. Mi piace mettermi in gioco e superarmi, per vedere la realtà sotto una luce diversa rispetto al mio punto di vista». L’invito a puntare alla luna che appare nel romanzo, ricco di ingenuità e freschezza giovanile, non è tanto la necessità di porsi obiettivi irraggiungibili, quanto l’opportunità di sperimentare e conoscere se stessi, di prendersi dei rischi per realizzare i propri sogni e di scommettere ancora sull’amore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero