Gordon superstar in parrucca: «La ceretta? Una vera tortura»

Si veste da donna, è etero, ed è una superstar del web - e non solo - grazie ai video in cui dal 2014 racconta in maniera ironica avventure e disavventure di donne...

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Si veste da donna, è etero, ed è una superstar del web - e non solo - grazie ai video in cui dal 2014 racconta in maniera ironica avventure e disavventure di donne fra i 20 e i 45 anni. Si fa chiamare Gordon (da Gordon Gekko di Wall Street, il vero nome è Yuri Sterrore), ha 28 anni (29 il 9 luglio), è milanese. Un showman nato online che può contare su 2 milioni di follower, ha condotto su Facebook un talk da 3 milioni di contatti (Il Punto Gordon), e il 9 aprile ha pubblicato per Rizzoli il suo primo romanzo, Tu che mi capisci, ristampato dopo tre giorni (alle prime 17 mila copie ieri mattina ne sono state aggiunte 4 mila).

Gordon, anche lei un libro...
«Sì. E l'ho scritto io, non qualcun altro. Per me è una svolta. Stavolta racconto quanto è difficile essere donna e affronto una storia d'amore partendo dal fatto che per capire davvero le signore, bisogna mettersi nei loro panni. Non a caso ho girato video davvero speciali».
Come quello in cui si fa la ceretta?
«Esatto. È una vera tortura. Come i tacchi alti. Li ho fatti per capirle meglio e per far passare un messaggio semplicissimo: ragazze, non stressatevi. Non bisogna sempre essere impeccabili, anche con un peletto in più va tutto bene. Senza esagerare, però...».
Quindi il personaggio Gordon si sta evolvendo?
«Sì. Vorrei fare uno spettacolo a teatro sugli uomini e le donne. Raccontare con ironia e profondità come se la passano oggi».
Come?
«La vetrina social ha moltiplicato le possibilità di incontrare, tradire, cazzeggiare. E tutto è diventato, almeno a una certa età, molto più complicato».
Per lei, invece, sarà sicuramente più semplice: da quando sul web è così popolare ha anche più successo con le donne?
«Certo. Sono single, mi piacciono, e quando sono in giro a fare serate, se capita... L'importante è sempre dire la verità: si tratta di divertimento e basta. Niente di più. Per le cose serie c'è tempo».
La cazzata che fa più spesso navigando online?
«Andare a vedere cosa fanno quelli che non sopporto».
 

La categoria preferita?
«Parla di quelle categorie?».
Certo.
«Amatoriale. Non c'è storia».
Nel 2016 e 2017, vestito da concorrente, ha fatto delle incursioni a Miss Italia: alla fine anche chi viene dal web sogna la tv e tutto il resto?
«Mettiamola così: l'Italia è un paese vecchio, che ancora non riconosce il valore di chi, come me, viene da un altro mondo. Altrove siamo apprezzatissimi, qui no. Quindi è naturale pensare di andare fuori».
Vale anche per lei?
«Io devo tutto al web e voglio lavorare online e offline. Per questo continuo con i miei video, ma scrivo libri, faccio serate, penso al teatro...».
Fuori bisogna cambiare cifra stilistica?
«Un po', sì. E non mi è piaciuto. Va bene accettare qualche compromesso, ma snaturarsi no. Io non lo faccio».
Oggi come si presenta? Che lavora fa? Chi è?
«Un creatore di contenuti. Che si è fatto da solo. Nella stanzetta di studente che poi ha mollato a quattro esami dalla laurea in Legge. Non dico artista perché altrimenti partono gli insulti facili. Però io mi ci sento».
L'obiettivo da centrare entro i 30 anni qual è?
«Un best seller».
E poi, dove vuole arrivare?
«Sono ambizioso: ovunque. Mi vedo autore, attore, conduttore, scrittore... Finora è andata bene».
I video più visti?
«Le ragazze al sushi: 15 milioni di visualizzazioni, 80 mila commenti, 280 mila condivisioni. E poi Uomini indecisi a cui non va mai bene un cazzo: virale dopo 10 minuti, 13 milioni di visualizzazioni... Basta. Non vorrei sembrare quello che se la tira».
Quanto guadagna?
«Come un medio imprenditore, che dà lavoro a tanta gente. E paga tantissime tasse. Non è un gioco, il mio. Tu che mi capisci è uno dei cinque titoli su cui Rizzoli punta di più per il 2019».
Alle ultime Politiche ha votato?
«Mi sono astenuto. Non ero abbastanza informato».
Prossime tappe?
«Martedì 16 aprile presento il libro a Roma (Mondadori di via Tuscolana 771, ndr) e poi mi preparo alla grande avventura».
Quale?

«Il mio primo tour al Sud. Giù non ho mai fatto serate. Sono curioso di vedere le reazioni della gente. Parto a maggio. Per me è una bella sfida».
Paura?
«Un pochettino...».

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Il Messaggero