Gli insulti senza pietà tra politici: ecco cosa accadeva nell'Antica Roma

Gli insulti senza pietà tra i politici: ecco cosa accadeva nell'Antica Roma. Gli antichi romani non avevano peli sulla lingua quando si trattava di discutere di affari...

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Gli insulti senza pietà tra i politici: ecco cosa accadeva nell'Antica Roma. Gli antichi romani non avevano peli sulla lingua quando si trattava di discutere di affari politici e si ricoprivano di insulti in Senato. Le assemblee come i comitia e il concilium erano organizzate dai magistrati e rappresentavano la cosiddetta democrazia diretta. L’élite politica romana veniva sottoposta al vaglio del popolo che spesso la ricopriva con una pioggia di insulti. Un esempio notevole di questa pratica brutale è emerso nelle orazioni di Marco Tullio Cicerone. Cicerone puntò il dito contro il suo avversario Clodio, accusandolo di incesto con fratelli e sorelle, una pratica sessuale vietata. Clodio rispose a tono, accusando a sua volta Cicerone di comportarsi come un re quando ricopriva la carica di console, un'accusa che in quel contesto aveva pesanti implicazioni. Contrariamente alle attuali preoccupazioni sulla lingua utilizzata in pubblico e online, nella Roma antica la questione non era percepita come urgente. Pur essendoci leggi contro l'ingiuria e l'offesa all'onore, le denunce erano veramente rare. Gli abitanti della città erano persino orgogliosi della loro lingua tagliente, considerandola un segno distintivo di urbanitas, contrapposta alla rusticitas di chi viveva fuori dalla capitale. Ne è un esempio lo scambio di ingiurie tra Cicerone e Clodio. Ciò che sorprende di più è che, nonostante gli scontri verbali violenti, gli avversari politici romani tendevano a superare le divergenze e a collaborare nuovamente, mantenendo rapporti sereni Photo: Shutterstock Music: Korben


Le offese più colorite e curiose del dialetto romano: ecco quali sono e da cosa originano Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero