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Si percepisce l’emozione di Giovanna Calvino, nell’inaugurazione alla Biblioteca nazionale centrale di Roma, della nuova Sala dedicata a suo padre, con tutti gli arredi e i libri della biblioteca, centinaia di volumi provenienti, in larga parte, dalla casa di piazza Campo marzio 5 dove lo scrittore aveva abitato, e dove continuò ad abitare la vedova Chichita, fino alla morte (avvenuta nel 2018). C’è anche un giardino, allestito secondo le indicazioni dei nonni agronomi, e ambientalisti ante litteram, con le piante che stavano nel terrazzo paterno. Giovanna ricorda il giardino di Sanremo, che non esiste quasi più, sostituito da palazzine moderne. «Mi sembra di sentirne ancora gli odori», dice la donna, 56 anni, che vive a New York, dove ha insegnato a lungo letteratura italiana e francese all’Università.
Quella stessa casa ora non è più di proprietà della famiglia: l'ha comprata, per una cifra importante, il frontman dei Radiohead, Thom Yorke, sposato con l'attrice italiana Dajana Roncione.
C’è la vecchia macchina da scrivere di Calvino, quella usata per “Palomar”, e Giovanna si presta volentieri al gioco dei fotografi, per posare al tavolo da lavoro.
Giovanna Calvino ha anche scherzato sugli archivisti venuti a casa per riordinare tutto il materiale, che «sembravano degli agenti dell’Fbi»: è stato «un po’ strano trovarsi con la casa rovistata come se fossimo una famiglia di narcotrafficanti». Ma sempre avendo presente la "voce" del padre, e anche quella della madre.
Il risultato è stato la creazione di un luogo “importante, magico”, ha detto il ministro Dario Franceschini. «Vivo questo evento con una certa emozione, dopo essere stato con Giovanna nella casa di Campo Marzio, un luogo magico». Leggere un libro letto da Calvino, con le sue note, le sue sottolineature, ha precisato il ministro, «sarà un’emozione in più». Franceschini ha ricordato che già si sta lavorando per celebrare i cento anni dalla nascita, che ricorreranno nel 2023. Un autore «che ha segnato i valori, il destino, la conoscenza, l'amore per la cultura e la lettura di generazioni intere». La convenzione di comodato siglata da Giovanna Calvino è un primo passo a cui dovrebbe seguire - se la sistemazione si rivelerà soddisfacente - una donazione. Per rendere a tutti accessibile l’anima di Calvino, che come per ogni grande autore, si trovava là, tra quei libri consunti e riletti con entusiasmo, nella sua grande biblioteca.
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Il Messaggero