Parole, parole, parole... Per mettere a nudo la maternità, la paternità, ma anche il blues, il rap e la scena underground della città. Sarà un palco per far parlare le nuove...
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«Un panorama romano che vale la pena conoscere. E troverà accoglienza in questo spazio che ha un fascino unico, ma anche grandissime possibilità», spiega Giorgio Barberio Corsetti, direttore artistico del Teatro di Roma che programma Argentina, India, Torlonia, Valle e gestisce indirettamente il Tor Bella Monaca, il teatro del Lido di Ostia, il Teatro Biblioteca del Quarticciolo, Villa Pamphiij.
«Il nuovo calendario», aggiunge, «è pensato per definire sempre meglio la vocazione della sala negli anni futuri, con titoli che lo differenzino dagli altri spazi. Torlonia deve dar voce a nuovi talenti, ma soprattutto ad argomenti che interessino un nuovo pubblico».
Il percorso inizia domani con tre artisti romani, Lea Barletti, Luisa Merloni e Claudio Morici che raccontano le grandi contraddizioni che ruotano attorno alla genitorialità, puntando il dito sulla crisi di un mito in “Monologo della buona madre”, “Farsi fuori” e “46 tentativi di lettere a mio figlio”. Riflessioni e leggerezza: «Irruzione dell’underground romano con i protagonisti del collettivo artistico Sgombro», continua Corsetti, «con un linguaggio comico, ma profondamente teatrale. Nulla a che vedere con la stand up televisiva, faranno esplorazioni della città, intercettando fenomeni che hanno a che fare con il vissuto».
E poi musica, il blues “ancestrale” del Quartetto Roots Magic (28 marzo), Slam Poetry di Militant A e Assalti Frontali (23 aprile) per raccontare 30 anni di rap e La Luna, interpreti del teatro-canzone con Andrea Cosentino, Marco Colonna e Lucio Leoni.
«Il fil rouge è sempre la parola che con la musica diventa hip hop, ma anche Red Reading, con Bartolini/Baronio e e i loro congegni drammaturgici-sonori», dice il regista romano che presenterà il suo nuovo allestimento il prossimo novembre, «anche perché la struttura del palco, così come il giardino all’ingresso invitano a questo tipo di rappresentazioni. Lo spazio, direi imponente rispetto a quello dell’India, metterà al centro l’attore e le sue parole».
Un percorso che ad aprile diventa festival con Contemporaneo Futuro.
Il Messaggero