Giorgia Wurth, dopo Cicciolina ci voleva un po' di Xanax: a teatro

Giorgia Wurth, dopo Cicciolina ci voleva un po' di Xanax: a teatro
Giorgia Wurth torna a teatro con Xanax, commedia di Angelo Longoni con la regia di Marco Falaguasta. «Parla di due colleghi...

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Giorgia Wurth torna a teatro con Xanax, commedia di Angelo Longoni con la regia di Marco Falaguasta.




«Parla di due colleghi che restano chiusi dentro un ascensore per quasi tre giorni - spiega l’attrice italo-svizzera - e si scoprono molto diversi da come appaiono. C’è un concentrato di vita in cui succede di tutto. Si ride molto, ma fa anche riflettere».



Un ruolo impegnativo.
«Sì, perché siamo solo in due, io e Marco Fiorini, e siamo sempre in scena. Sono molto eccitata, ma anche un po’ impaurita. E’ tanti anni che manco dal teatro, aspettavo un test così e finalmente è arrivato».

E’ stata a Venezia per presentare il corto Insieme, che parla della lotta contro i tumori.
«Amo i cortometraggi. Non pensavo di approdare a Venezia con un corto, e soprattutto con un tema del genere».

Nelle Tre rose di Eva 2 è tornata a vestire i panni di Tessa Taviani. In cosa le assomiglia?
«Nell’ironia e nella schiettezza. Lei dice tutto quello che pensa, come me».

Ha già scritto un romanzo, e ora è pronto il secondo.
«Sì, dovrebbe uscire l’anno prossimo, tratta il delicatissimo tema “sesso e handicap”. Sono quattro anni che ci lavoro, ci ho messo anima e corpo».

Scrittura e recitazione. Cosa sente più suo?
«Forse la scrittura, anche se sono complementari. Dopo la laurea in Scienze della comunicazione ho iniziato a fare la giornalista. Ai tempi avevo un fidanzato che “odiava” gli attori. Quando è finita, per ripicca, mi sono iscritta a una scuola di recitazione… Tra cinema, tv e teatro preferisco il teatro, perché dà la possibilità di sbagliare e io sono una fan dell’errore, ha un potenziale creativo unico».



A breve tornerà sul grande schermo con la commedia svizzera Oro verde.
« Sì, abbiamo girato in Ticino e spero che esca anche in Italia, prima o poi».



Ha recitato nel ruolo di Cicciolina nella miniserie di Sky su Moana Pozzi.
«In realtà avevo fatto il provino per interpretare Moana, la sentivo più nelle mie corde. Poi per gioco ho provato a fare Cicciolina. E’ un ruolo che mi ha divertito molto, lei è totalmente diversa da me. Senza Internet non sarei mai riuscita a interpretarla. E’ un’icona mondiale con una storia meravigliosa. Mi piacerebbe fare un film su di lei».



E’ nata a Genova, ma suo padre è svizzero. Cosa ama dell’Italia e cosa della Svizzera?
«Dell’Italia mi piace il fatto che, pur essendo un paese relativamente piccolo, c’è tutto: mare, montagna, colline, ottimo cibo, cultura… Ogni regione è come fosse uno stato a sé. Della Svizzera amo il senso del rispetto, come quello per l’ambiente. Lì considerano il loro paese come la loro casa. Nessuno si sognerebbe di buttare una cicca per terra. L’Italia è un paradiso, ma lo trattiamo male, viviamo di rendita. Credo che Roma sia la città più bella del mondo, ma è così solo grazie agli antichi romani…»

Dice di essere ipercritica con se stessa.
«Sì, quando mi rivedo non mi piaccio mai. Mi accade anche nella vita: vado a cena e tornando a casa mi dico “Forse ho sbagliato a dire così…”. Fa parte di me, ho capito che non posso cambiarlo. Mi salva il fatto che sono anche molto autoironica».



DOVE, COME QUANDO


Giorgia Wurth in Xanax, daL 24 settembre al 13/10 al Teatro de’ Servi, Via del Mortaro 22, angolo Via del Tritone. Platea 20 euro (ridotto 16), galleria 17 (rid.14). Info 066795130 e www.teatroservi.it
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Il Messaggero