L'auditorium affollato già quaranta minuti prima dell'ora prevista per l'incontro. Le foto che passano sullo schermo a raccontare la lunga carriera, i tanti...
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«I non-accademici che incontrano i giovani, come grandi artisti, scrittori, capitani di industria, che si raccontano e raccontano il proprio percorso, hanno il grande merito di contaminare positivamente gli adulti di domani. Perché ai nostri studenti è richiesto di studiare il passato, disegnare il futuro e nutrirsi di presente». In sala, il prorettore vicario Claudio Franchini. A introdurre Proietti, insieme al rettore, le docenti Marina Formica e Donatella Orecchia. Il Professor Proietti sale in cattedra con il sorriso e l'arguzia di sempre, ben lieto di strappare una risata ma anche di far riflettere: «Il teatro è qualcosa che a mio avviso dovrebbe essere curato di più da parte delle istituzioni, non lo dico per fare polemiche, per quanto».
La sala esplode in un applauso sentito. Ci sono studenti e docenti, ammiratori e volti noti, come Paola Tiziana Cruciani e Salvatore Marino. «A Roma c'è uno dei teatri più belli d'Europa, il Valle, ed è chiuso - prosegue - invece in questo momento il teatro è molto vicino alla curiosità della gente». Proietti parla del proprio rapporto con la scena, ma anche con cinema e tv. «La differenza è che in scena la risata la senti, c'è scambio, e quando sai che arriverà su una battuta, ti appoggi sul pubblico e ti riposi pure». La complicità piace ai presenti, che nel frattempo si sono moltiplicati, affollando le scale e rimanendo in piedi pur di starlo a sentire. Proietti dibatte del romanesco «che nel teatro ufficiale non ha cittadinanza», recita versi di Pascarella, interpreta il Lonfo, ricorda Gigi Magni, spiega la filosofia del Globe e ripercorre i suoi grandi spettacoli. Il pubblico si emoziona, ride, fa domande, risponde a ogni sollecito. E quando l'incontro si chiude decine e decine di ragazze gli si stringono intorno per gli ultimi scatti e un saluto a gran voce: «Ciao Gigi». Professore.
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Il Messaggero