Da America a Sei nell’anima, passando per Fotoromanza, I maschi e Meravigliosa creatura: tanti successi e un’unica mattatrice, Gianna Nannini. Sì, proprio lei,...
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Era il 1976, infatti, quando, scoperta dalla Numero Uno di Claudio Fabi e Mara Maionchi e lasciata la formazione dei Flora, Fauna e Cemento, debuttava ventenne con il suo primo album da solista. Un debutto nel segno dell’anticonformismo, tra accenni a questioni spinose come il tema dell’aborto e una voglia matta di distanziarsi dai moduli più tradizionali della canzone all’italiana.
Il riscontro del suo lavoro d’esordio è buono ma la grande popolarità arriva solo tre anni dopo con California, disco dalla freschezza innegabile in cui spicca il brano America. Da lì è tutto un succedersi di trionfi e di brani irresistibili: negli anni Ottanta, infatti, la Gianna ormai nazionale, che intanto saluta l’ascesa in Formula Uno del fratello Alessandro, cresciuto come lei nella natìa Siena, dove il papà mandava avanti con fortuna una fabbrica di dolci, diventa la regina dell’hit parade nostrana, non disdegnando affatto di esportare in Europa la sua voce roca e sgraziata.
È il periodo di Fotoromanza, il cui videoclip viene diretto dal grande Michelangelo Antonioni, Profumo, Bello e impossibile e I maschi, pezzi da antologia a cui, a partire dal ’90, seguono, tra gli altri, Un’estate italiana, canzone ufficiale dei Mondiali di calcio, Radio Baccano, Meravigliosa creatura e, più recentemente, il “lirico” Colpo di Fulmine, interpretato e portato alla vittoria da Lola Ponce e Giò di Tonno al Festival di Sanremo 2008, e Pia come la canto io, opera ispirata al genere della romanza e alla figura dantesca di Pia de’ Tolomei. La grinta è sempre quella degli inizi ma la componente rockeggiante della musica della Nannini progressivamente si perde, come del resto l’attitudine alla provocazione artistica.
L’inclinazione alle scelte controcorrente resta comunque nella vita privata, vissuta sempre al massimo, tra gli studi giovanili al Conservatorio e la laurea in Lettere e filosofia conseguita all’Università di Siena nel 1994, e contrassegnata nel 2010, a 54 anni, dalla nascita della figlia Penelope, indiscutibilmente il suo più grande capolavoro. Auguri Gianna. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero