«Paul, caro Paul, non abbiamo bisogno di te che bacchetti l’Italia. Invece di cancellare il tuo concerto cosa ci voleva a recuperarlo come facciamo noi e come fanno...
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Il 10 giugno scorso, Paul McCartney aveva affermato: «È veramente scandaloso che coloro che hanno pagato un biglietto per uno show non possano riavere i loro soldi». Il mitico componente dei Beatles aveva sparato a zero sulla politica dei voucher decisa dal governo italiano per evitare alle agenzie di musica live il rimborso dei biglietti di concerti posticipati o annullati, comprese le date italiane dell’ex Beatle. Il 7 maggio 2020 era stato annunciato infatti che, a causa della pandemia globale del Covid-19, il tour estivo di Paul McCartney sarebbe stato cancellato.
Paul McCartney rimprovera l'Italia: «Scandaloso non rimborsare biglietti per i concerti annullati»
La cancellazione è stata fatta sul presupposto che a tutti coloro che avevano acquistato un biglietto per gli spettacoli sarebbe stato offerto un rimborso totale del prezzo del biglietto pagato. Mentre ciò è avvenuto in tutti gli altri paesi che Paul e la sua band dovevano visitare tra maggio e giugno, il governo italiano, su indicazione di Assomusica (l’Associazione italiana di promotori di musica dal vivo) ha approvato un decreto che autorizza tutti i possessori dei biglietti precedentemente acquistati per gli spettacoli dal vivo di avere la facoltà di richiedere un «voucher» di pari valore a quello indicato sul biglietto. I soldi provenienti dalla vendita dei biglietti in Italia sono trattenuti dai promoter locali.
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I fan di Paul McCartney si sono detti fortemente amareggiati da questa tipologia di rimborso poiché hanno pagato per vedere un preciso spettacolo, non altri dello stesso promoter. E Paul McCartney si è unito a loro: «Senza i fan non ci sarebbe musica dal vivo. Siamo fortemente in disaccordo con ciò che il governo italiano e Assomusica hanno fatto. A tutti i fan degli altri Paesi che avremmo visitato quest’estate è stato offerto il rimborso completo. L’organizzatore italiano dei nostri spettacoli ed i legislatori italiani devono fare la cosa giusta in questo caso. Siamo tutti estremamente dispiaciuti del fatto che gli spettacoli non possano avvenire ma questo è un vero insulto per i fan». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero