Gare e sculture, le mille facce del cocomero

Gare e sculture, le mille facce del cocomero
L’estate è tempo di tormentoni che vanno e vengono, di tendenze glamour o di nuovi amori da vivere sotto l’ombrellone, ma c’è una cosa che non...

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L’estate è tempo di tormentoni che vanno e vengono, di tendenze glamour o di nuovi amori da vivere sotto l’ombrellone, ma c’è una cosa che non passa mai di moda: il cocomero. Il frutto estivo per eccellenza, dalle proprietà idratanti e diuretiche, è un alleato ideale per contrastare il caldo e per questo è ovunque gettonatissimo.

 

Sparsi per la città centinaia di punti ristoro, semplici anzi decisamente spartani, dove con pochi euro è possibile gustare il cocomero da strada, quello che condividi con gli amici in compagnia di una bevanda analcolica ma rigorosamente dissetante. Venditori ambulanti o luoghi storici, come il celebre “Zeppetto, il re del cocomero”, che da anni in via Tiburtina (poco distante dal quartiere Pietralata) riunisce diverse generazioni deliziandole con cubetti di anguria o frutta colorata, pronte a dispensare qualche ora di relax e spensieratezza per combattere l’incubo dell’afa. Il frutto zuccherino diventa, quindi, il pretesto per una serata sotto le stelle, nella quale condividere progetti per le vacanze. C’è anche chi con l’anguria ha fatto tutt’altro genere di progetti: lo chef Francesco Scravaglieri viveva a Valle Martella e adesso gira l’Italia con le sue sculture intagliate proprio nel cocomero. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero