La musica, la magia, il mito di Frank Zappa stanno per tornare sulla scena. A luglio, infatti, l’arte del leggendario e indimenticato cantautore e compositore statunitense,...
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Se quest’ultimo è una sorta di prodotto celebrativo, un omaggio, comprensivo di mix alternativi delle canzoni presenti nell'edizione originale, performance live e “fuori onda”, allo storico Apostrophe, il diciottesimo memorabile album in studio di Zappa pubblicato nel 1974, il primo lavoro è la vera e propria “chicca” del dittico: nella track list di Frank Zappa for President - formata da Overture to Uncle Sam - Brown shoes don’t make it (Remix) - Amnerika (Vocal version) - If I was president... - When the lie's so big (Live) - Medieval ensemble - America the beautiful (Live) - il materiale inedito, infatti, abbonda, distinguendosi, tra l’altro, per la sua scottante attualità. Non solo musicale.
“Nello spirito delle drammatiche elezioni presidenziali del 2016 arriva un’uscita che ci dà la possibilità di vedere come sarebbero andate le cose”, si legge, del resto, a mo’ di invitante premessa, nella tagline dell’attesissimo disco, composto da brani concepiti con l’ausilio del Synclavier e uniti tutti dal minimo comune denominatore della politica.
Considerato uno dei massimi geni musicali del ‘900, d’altronde, Zappa era conosciuto anche per il suo impegno e per la forza corrosiva delle sue intelligenti provocazioni, indirizzate spesso e volentieri - dai testi delle sue canzoni ma non solo - a illustri esponenti del Governo americano. Memorabili, in questo senso, le sue stilettate all’ex Capo di Stato Ronald Reagan, deriso così in un’intervista del 1984: “La prima cosa da fare nel caso stia parlando in televisione? Accendete e abbassate il volume, mettete vostro figlio davanti allo schermo e avvertitelo: “Se ti chiede di entrare in una macchina, ti offre una caramella, o ti chiede di andare a combattere in Nicaragua, digli di NO!”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero