L’artista Italiano Francesco Clemente presenta, il 18 maggio, alla galleria Lorcan O’Neill (Vicolo dei Catinari 3, Roma) un nuovo gruppo di lavori ispirati dalla...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Francesco Clemente visita New York per la prima volta nel 1980 e due anni dopo si stabilisce in uno studio a Lower Broadway. In un momento cruciale caratterizzato da una fervente creatività e una costante contaminazioni fra le arti, Clemente prende parte alla vivace scena artistica newyorkese, diventando amico di musicisti, poeti, scrittori e artisti, da Allen Ginsberg a John Lurie, da Keith Haring a Brice Marden. Jean-Michel Basquiat, con cui collabora ad una serie di lavori insieme ad Andy Warhol, gli fa conoscere i ristoranti e i locali di Harlem.
Famoso in Spagna come poeta d’avanguardia politicamente impegnato, García Lorca arriva a New York nell’estate del 1929, poco più che trentenne, in tempo per assistere al collasso del mercato finanziario che getta la città in una crisi profonda. Vagando per la città, Lorca è particolarmente colpito dalla vivacità culturale di Harlem, in cui vivono i due terzi della popolazione afro-americana di New Yok. Il poeta viene così a contatto con l’energia creativa del quartiere, la sua florida scena musicale, caratterizzata da spiritual e jazz, ma anche con l’estrema povertà, le difficoltà e gli stenti degli abitanti, che ricordano al poeta le sue radici ispaniche.
Nei lavori esposti in galleria, Clemente si concentra sull’impianto narrativo di “Ode al Re di Harlem”, riflettendo la gioia, il dolore, la musica e la vitalità descritte dalla poesia. L’immaginario surreale di Lorca trova una perfetta corrispondenza nell’immaginazione dell’artista e nei temi che lo hanno reso famoso. Questi ultimi sono stati descritti dal curatore Raymond Foyer come: “connessioni e corrispondenze fra analisi autobiografica, autoritratti sempre in mutamento, fantasie e fobie erotiche combinate alla fascinazione per sistemi metafisici (Cristianità, alchimia, astrologia, mitologia, i tarocchi), il tutto rivestito dalla reinterpretazione di fonti artistiche disparate (antiche, rinascimentali, surreali, indù, espressionistico).
Le opere in mostra sono un omaggio alla Poesia e un tributo alla città di New York, in cui Clemente vive da oltre 35 anni.
Il Messaggero