Con “Aria” e “Spirito”, il maestro Mariotti dirige l'Orchestra della Rai al festival Mito

Il Maestro Michele Mariotti
Diretta da Michele Mariotti, torna a suonare per MITO SettembreMusica l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, ospite fin dalla prima edizione del festival,...

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Diretta da Michele Mariotti, torna a suonare per MITO SettembreMusica l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, ospite fin dalla prima edizione del festival, mercoledì 9 settembre alle 20, in diretta su Rai Radio3, e in replica alle 22.30 al Teatro Regio di Torino, e giovedì 10 settembre alle 21 al Teatro Dal Verme di Milano.


Fra i grandi direttori d’orchestra che collaborano regolarmente con l’Orchestra Rai si annoverano Fabio Luisi, Daniele Gatti, Kirill Petrenko e anche Michele Mariotti: a lungo direttore musicale del Teatro Comunale di Bologna, ospite abituale nelle maggiori stagioni liriche e sinfoniche di tutto il mondo, dal Concertgebouw di Amsterdam alla Scala di Milano, dall’Opéra di Parigi al Festival di Salisburgo, dai Münchner Symphoniker al Gewandhaus di Lipsia, che ha ricevuto il Premio Abbiati della critica musicale italiana come miglior direttore d’orchestra del 2016.

Il programma, che si intitola “Aria” e si inserisce nel più generale tema del festival “Spiriti”, presenta due sinfonie giovanili scritte da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1773 che appartengono al gruppo delle cosiddette “Salisburghesi”, pensate per un organico limitato ma sempre ricco di colore e di fascino: la Sinfonia n. 27 in sol maggiore KV 199, la più aerea e briosa, e la Sinfonia n. 25 in sol minore KV 183 detta “Piccola”, per distinguerla dalla più grandiosa Sinfonia in sol minore K 550.


Un Mozart diciassettenne sceglie in questo brano una strada insolitamente drammatica, arricchendo la perfezione dello stile classico con colori oscuri e inquieti. Molti critici avvicinano questa composizione intensa e coinvolgente alla sensibilità di un altro grande di quel tempo, da Mozart poco amato ma certo rispettato, Christoph Willibald Gluck. Di lui viene eseguita la pagina forse più famosa: la Danza degli spiriti beati da Orfeo ed Euridice, l’opera che nel 1762 diede inizio a una riforma del melodramma richiesto dalla cultura illuminista: le figure eteree dei trapassati sfilano davanti al protagonista, entrato nel regno dei morti alla ricerca della consorte perduta, in un clima luminoso, pervaso di brezze fresche e rigeneranti, al suono, più d’ogni altro “arioso”, di un flauto solista (qui Alberto Barletta, prima parte dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai). Con l’obiettivo di offrire al pubblico una comprensione più approfondita, i concerti saranno introdotti da Stefano Catucci a Torino e da Gaia Varon a Milano.
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Il Messaggero