Festival lirico dei Teatri di Pietra, omaggio ad Astor Piazzolla il 10 agosto: dirige Filippo Arlia

Al "Festival lirico dei Teatri di Pietra"  un omaggio ad Astor Piazzolla per i cento anni dalla nascita del grande...

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Al "Festival lirico dei Teatri di Pietra"  un omaggio ad Astor Piazzolla per i cento anni dalla nascita del grande compositore ; martedì 10 agosto ore 21,00 presso i Giardini di Villa Bellini (Catania) andrà in scena “Astor Piazzolla, Maria De Buenos Aires”. Protagonisti l’Orchestra Filarmonica della Calabria, Cecilia Suarez Paz (Maria) , Alessandro Haber (El Duende), Cesare Chiacchiaretta al bandoneon, Giovanni Zonno al violino e Salvatore Russo alla chitarra elettrica. 


Dirige Filippo Arlia mentre la regia è Giandomenico Vaccari.


 

 

Nel nuovo colossale allestimento scenografico, realizzato da Salvatore Tropea, con i costumi di Rosy Bellomia, si innerva il tango di Astor Piazzolla con strumenti, tecniche, stili diversi che ne rivoluzionano e arricchiscono la gamma espressiva. A Filippo Arlia, accompagnato dall’Orchestra Filarmonica Della Calabria, è affidata la direzione della più famosa opera-tango di Piazzolla, María de Buenos Aires, ambientata nei bassifondi della capitale argentina, che andò in scena per la prima volta nel 1968 a Buenos Aires.

L’argomento trae spunto da una leggenda metropolitana che narra della sfortunata María, (nella messa in scena interpretata da Cecilia Suarez Paz, figlia del violinista di Astor Piazzola), nata in un sobborgo povero di Buenos Aires “un giorno che Dio era ubriaco”, è una giovane operaia di un’industria tessile. Irresistibilmente attratta dalla musica del tango ascoltata per strada sulla porta di un bar notturno, diventa una cantante di tango, finisce per entrare in una casa di tolleranza e lì muore, ancora molto giovane. In uno scenario alquanto surreale, la sua morte è decisa durante una messa nera tenuta da personaggi malfamati. La sua condanna a morte è anche una condanna all’inferno, e l’inferno è la città di Buenos Aires, dove vaga il suo spettro. La morte è anche il ritorno alla verginità, violata dal poeta folletto che la ingravida con la sua parola. Partorirà una bimba, di nome María, simbolo di ella stessa ma anche della città che rinasce ogni volta. Intorno a Maria si muovono, El Duende, interpretato da Alessandro Haber, una sorta di demone, che va sulla tomba di Maria e la fa rivivere costringendola di nuovo alla stessa terribile vita che aveva lasciato, così come è un demone il Bandoneon (suonato da Cesare Chiacchiaretta),  che seduce la poverina portandola nel campo del male per la seconda volta.

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Il Messaggero