Roma, da giovedì 27 maggio al via la terza edizione del Festival del Cinema Azerbaigiano

Alla Casa del Cinema di Villa Borghese, a Roma, prende il via  la terza edizione del Festival del cinema azerbaigiano. La kermesse, che da giovedì 27 fino a...

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Alla Casa del Cinema di Villa Borghese, a Roma, prende il via  la terza edizione del Festival del cinema azerbaigiano. La kermesse, che da giovedì 27 fino a sabato 29 si ripropone come uno dei primi appuntamenti dell’estate romana, quest’anno si svolge in occasione del Giorno della Repubblica: il 103° anniversario della fondazione della Repubblica Democratica dell’Azerbaigian.

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La prima Repubblica dell’Azerbaigian nacque, infatti, proprio il 28 maggio del 1918 e fu il primo esempio di Stato laico e democratico nell’Oriente musulmano. Sopravvisse soltanto 23 mesi sufficienti, però, per gettare le basi del moderno Azerbaigian, con leggi come il diritto di voto alle donne e istituzioni democratiche come un parlamento pluripartitico. 

E in ricordo di questa data storica per il Paese, l’evento cinematografico romano apre le sue porte il 27 maggio alle 18 con i saluti dell’ambasciatore dell’Azerbaigian in Italia, Mammad Ahmadzada, e gli interventi di studiosi e di rappresentanti istituzionali, per poi lasciare spazio al documentario “L’ultima sessione”, realizzato dal Baku Media Center con il supporto della Fondazione Heydar Aliyev, che racconta gli ultimi giorni della storia, travagliata e difficile, della Prima Repubblica. Basato su documenti di archivio, il documentario ripercorre la battaglia dei fondatori della Repubblica. 

Le giornate del 28 e 29 maggio vedranno protagonisti altri cinque lungometraggi, alcuni mai proiettati prima in Italia, che apriranno una finestra sulla storia dell’Azerbaigian, ma anche su vicende personali e intime di personaggi complessi e indimenticabili. 

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Il film “Ali e Nino”, basato sull’omonimo romanzo, caposaldo della letteratura azerbaigiana, dello scrittore Essad Bey, sepolto proprio in Italia, a Positano. La pellicola, che vanta un cast internazionale, tra cui l’attore Riccardo Scamarcio, è stata diretta dal premio Oscar, Asif Kapadia. “La missione eterna” di Vugar Islamzada e Fariz Ahmadov è dedicato all’azione della delegazione inviata alla conferenza di Pace di Parigi nel 1919 per il riconoscimento dell’indipendenza della neonata Repubblica. E ancora, “Il giardino rosso” di Mirbala Selimli affronta la relazione tra l'uomo e la natura. “Giù, in fondo al fiume”, di Asif Rustamov, racconta la vita di Ali, un istruttore di canottaggio in una città di provincia.

“Tahmina” di Rasim Ojagov è tratto dal romanzo di Anar, noto scrittore azerbaigiano, “Il sesto piano di un appartamento a cinque piani”, bestseller dell’autore e tra i romanzi azerbaigiani tradotti in più lingue straniere. Protagonisti sono Zaur e Tahmina, uniti da un amore contrastato dalla famiglia di Zaur. A interpretare i protagonisti, Fakhraddin Manafov, attore azerbaigiano noto in tutta l’area post sovietica e Meral Konrat, famosa attrice turca. “Tahmina” è considerato uno dei migliori film azerbaigiani degli Anni Novanta.

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La storia del Cinema in Azerbaigian comincia nel 1898, con una serie di documentari dedicati all’industria petrolifera di Baku. Una vera produzione cinematografica vede la luce nel 1915 con un primo lungometraggio. Nel 1923 nasce l’Ente Foto e Cinema dell’Azerbaigian. Durante l’epoca sovietica si è vissuto uno sviluppo notevole del settore, soprattutto tra gli anni ‘50 e ‘80, con titoli rimasti nel patrimonio cinematografico del Paese. Dopo la riconquista dell’indipendenza, nel 1991, la stessa industria cinematografica ha rispecchiato la nuova realtà dell’Azerbaigian, con un cinema sempre più partecipe del contesto internazionale. E oggi l’industria cinematografica sta vivendo un importante periodo di consolidamento. Una realtà che questo festival aiuta a scoprire.

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Il Messaggero