Fellini visto in un sogno tra visi, colori e ricordi

Fellini visto in un sogno tra visi, colori e ricordi
Il simbolo del grande sogno, a cui non si deve mai rinunciare, è Fellini. Natino Chirico, amante del cinema, riassume così il senso della sua mostra in onore del...

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Il simbolo del grande sogno, a cui non si deve mai rinunciare, è Fellini. Natino Chirico, amante del cinema, riassume così il senso della sua mostra in onore del grande cineasta, inaugurata ieri sera presso la Galleria Fidia di Fausto Fiume. Colpiscono i quadri dallo sfondo colorato, con ritratta la stessa pensosa sagoma del regista, e una madrina d'eccezione: Maria Ermachkova, coreografa e ballerina russa, in pieno lancio della sua nuova scuola di ballo. Tra gli oltre trecento ospiti, il bel tenebroso Gabriel Garko, in chiodo marrone e zazzera, ed Enrico Vanzina. Ecco Adriana Sartogo.

Sono in tanti a partecipare al vernissage, intitolato non a caso Il mio sogno migliore: 20 opere e una performance-site specific di Natino reduce, insieme alla sua curatrice Miriam Castelnuovo, da Buenos Aires. Viavai glam. Ci sono Mita Medici, in capelli raccolti e chiodo, che manda un bacio a Fellini, e Cristiana e Giuseppe Pedersoli. Curiosità per Pier Maria Rossi, protagonista del Messia del 1975 di Rossellini, il cui aiuto regista fu spesso il grande Fellini. Fa il suo ingresso Giovanni Rebecchini. E ancora Francesca Romana Rocchini, in giacchino di pelliccia bianco. Massimo Fabbricini, presidente del Circolo Canottieri Aniene, saluta gli amici. Appare Livia Azzariti, in sneakers, con Francesca Mastroianni: quest'ultima, per via familiare, era molto legata al regista. Le due amiche proseguono per il Parco della Musica. Arrivano Saverio Vallone, Susanna Schimperna e il giornalista Alberto Michelini. «Chirico - commenta la Castelnuovo - ritrae Fellini nella medesima postura. Un modo per evocarne la coerenza professionale e sentimentale, che con il ripetersi inconfondibile della sua sagoma ne conferma la poetica cinematografica». Poi l'artista posa due tele per terra e inizia la performance. Si partecipa a qualcosa che va oltre la spettacolarità. Osservandolo mentre dipinge dal vivo, il pubblico resta rapito. Brindisi ad arte.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero