Fabrizio Frizzi, Luca de Gennaro: «Abbiamo condiviso conquiste, viaggi, sfoghi e la nostra amata radio»

Fabrizio Frizzi, Luca de Gennaro: «Abbiamo condiviso conquiste, viaggi, sfoghi e la nostra amata radio»
Era l’amico che ce l’aveva fatta, il primo tra noi disc jockey delle radio private romane a essere arrivato in televisione, alla Rai, a condurre il programma per...

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Era l’amico che ce l’aveva fatta, il primo tra noi disc jockey delle radio private romane a essere arrivato in televisione, alla Rai, a condurre il programma per ragazzi “Il Barattolo”. D’altra parte era anche il più bravo di tutti noi. L’unico che non era alla radio solo per presentare dischi e parlare di musica, ma per fare varietà, divertire, inventare personaggi e dar loro una voce, come “Tamburo”, il più riuscito tra i suoi. Ci eravamo conosciuti lavorando insieme a Radio Antenna Musica (RAM 102!) una delle prime della città. Avevamo vent’anni, la radio era una seconda casa, le mattine non esistevano ma le notti si. Stavano cominciando gli anni ’80, si andava al Piper a ballare i Police e i Clash per finire a tarda notte in un anonimo bar in Viale Delle Milizie che aveva l’unico pregio di restare sempre aperto e che chiamavamo “Il Barazzo”, dove incontravi musicisti, giornalisti, cantautori, gente delle radio, e poi in giro per Roma sulla sua Fiat 127 fino all’alba tra battute, gag, risate, confidenze sulle questioni del cuore, sogni e progetti.


Suonava il piano. Scriveva canzoni che faceva sentire solo agli amici. Covava il desiderio di diventare un giorno cantautore. Amava i Beatles e Lucio Battisti, parlavamo tanto di musica e prendevamo in giro l’accento forzatamente americano che usavano certi dj alla radio. L’ultimo giorno di trasmissioni di Radio Antenna Musica, di cui la proprietà aveva deciso la chiusura, scrivemmo insieme e registrammo su cassetta in poche ore un brano punk “alla Skiantos” indirizzato al proprietario della radio, il titolo era “Mente Contorta”, e lo mandammo in onda dicendo che era la canzone numero uno della classifica settimanale.


Con Fabrizio ho condiviso conquiste, viaggi, racconti, sfoghi sulle vicende di questo mestiere. Con lui e Fabio, suo fratello musicista, ho prodotto un disco dance, e ho anche comprato da lui la Fiat 127 delle nostre scorribande notturne. Negli ultimi anni mi raccontava del suo amore per Carlotta e cinque anni fa mi scrisse “Finalmente sono diventato papà di Stella! Una gioia pazzesca”. Mi invitò nel suo programma per commentare il Festival di Sanremo e restituì la visita quando festeggiammo su Radio Capital quaranta anni di radio. Ogni anno, dal 1980, puntualmente, ci facevamo gli auguri il 4 Gennaio. Non era il compleanno di nessuno, non c’era alcuna ricorrenza, semplicemente avevamo deciso, da ragazzi, che quel giorno ci saremmo sempre augurati “Buon Quattro Gennaio”, per tutta la vita. Non ne abbiamo mai saltato uno. Potevamo non sentirci tutto l’anno ma Il Quattro Gennaio avevamo un appuntamento. Da oggi, per me, il Quattro Gennario sarà per sempre la giornata nazionale del mio amico Fabrizio.

*direttore di VH1 Italia
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Il Messaggero